La praticità di un'agenda, con date e mesi nelle pagine dispari,
assieme al fascino della lettura, con un testo nelle pagine pari.
Contiene anche il racconto: La meticcia.
Il mondo secondo M.
Prezzo: 12€ ESAURITO
La mancanza di empatia associata a problemi comportamentali è stata etichettata come: Disturbo narcisistico della personalità, sociopatia o anche psicopatia, lasciamo una diagnosi ai professionisti, spessi si tratta solo un amico/a che ha bisogno di aiuto. Presentazione
Vite future
Prezzo: 2,99€
Quattro racconti fantascienza, tra viaggi nel tempo e decreti legge "politically correct" che stravolgono la letteratura.
Presentazione
Storie del passato, presente e del futuro
Prezzo: 0,89€
Sei racconti di sei autori. Passato, presente e futuro raccontati da toscani, veneti e liguri.
Presentazione
Storie brevi
Prezzo: 0,89€
eBook per Kindle, ogni libro raggruppa racconti monotematici, con il filo conduttore comune della serie che consiste nel dubbio, trattato in ogni sua forma. Presentazione
Narragenda 2021
Delmiglio Editore
Prezzo: 14,00€
La praticità di un'agenda, con date e mesi nelle pagine dispari,
assieme al fascino della lettura, con un testo nelle pagine pari.
Contiene anche il racconto: Un po' tonto.
Carta da riciclare
408 pagine
Edizione speciale 25 anni
Prezzo: 25€
Edizione speciale che contiene 54 racconti scritti nei 25 anni trascorsi tra Ottobre 1995 e Ottobre 2020. Presentazione
Narragenda 2020
Delmiglio Editore
Prezzo: 14,00€
La praticità di un'agenda, con date e mesi nelle pagine dispari,
assieme al fascino della lettura, con un testo nelle pagine pari.
Contiene anche il racconto: Martina.
Narragenda 2019
Delmiglio Editore
Prezzo: 14,00€
La praticità di un'agenda, con date e mesi nelle pagine dispari,
assieme al fascino della lettura, con un testo nelle pagine pari.
Contiene anche il racconto: Qualcosa di fondamentale
L'ultimo giorno
66 pagine
Edizioni Scudo
Prezzo: 14,43€
Domani il mondo finirà, racconti sull'ultimo giorno.
Contiene anche il racconto: Gli acquirenti.
Robot Ita 0.2: storie Italiane di Robot.
Contiene anche il racconto: Sette giorni.
Narragenda 2016
Delmiglio Editore
Prezzo: 14,00€
La praticità di un'agenda, con date e mesi nelle pagine dispari,
assieme al fascino della lettura, con un testo nelle pagine pari.
Contiene anche il racconto: Figlia senza problemi.
Space battles
32 pagine
Edizioni Scudo
Prezzo: 2,99€
Universo è la collana antologia di letteratura fantastica, il volume è dedicato alle battaglie e alle guerre del futuro. Contiene anche il racconto: Contagio.
Storie di gente a pezzi
246 pagine
ISBN 978-88-96305-26-3
Delmiglio Editore
Prezzo: 14€
Ventisei racconti, un itinerario da Frankenstein ai cyborg.
Contiene anche il racconto: L'intervento
Spose, cadaveri e misteri
140 pagine
ISBN 978-88-96305-17-1
Delmiglio Editore
Prezzo: 12€
Ventiquattro racconti compongono l'antologia della collana Quaderni Indaco.
Contiene anche il racconto: Perché non lo hai detto?
WIF2 (e-Magazine di IF) Agosto 2011
Il secondo numero Worlds of IF, Supplemento a IF Rivista dell'Insolito e del Fantastico.
Contiene anche il racconto: Omicidi Letterari.
Short Stories nr.11 - Giugno 2011
298 pagine
Edizioni Scudo
Prezzo: 15,90€
L'undicesimo numero della rivista antologica illustrata di letteratura fantastica Short Stories.
Contiene anche il racconto:: Il contratto.
Visioni Fatate
100 pagine
ISBN 978-88-96305-15-7
Delmiglio Editore
Prezzo: 10€
Ventuno racconti compongono l'antologia della collana Quaderni Indaco. Le storie ruotano attorno al tema delle fate, sullo sfondo del lago di Garda.
Contiene anche il racconto: Le foto di Cottingley.
Short Stories nr.8 - Luglio 2010
244 pagine
Edizioni Scudo
Prezzo: 18,90€
L'ottavo numero della rivista antologica illustrata di letteratura fantastica Short Stories.
Contiene anche il racconto: Contagio.
Short Stories nr.7 - Maggio 2010
180 pagine
Edizioni Scudo
Prezzo: 16,80€
Il settimo numero della rivista antologica illustrata di letteratura fantastica Short Stories.
Contiene anche il racconto: Un passo indietro.
Chiusi in fabbrica
206 pagine
ISBN 978-88-902931-3-9
Delmiglio editore
Prezzo: 12€
Alcuni operai rimangono chiusi in una fabbrica sotterranea,
dove la mensa automatica produce solo i pasti per chi ha completato almeno un turno di lavoro.
Col passare delle generazioni, la fabbrica diventerà il fulcro del credo religioso e la produzione sarà l'unico scopo della vita. Presentazione
Italiani nella guerra civile americana
184 pagine
ISBN 978-88-7418-410-1
Pubblicato da: Prospettiva Editore
Saggistica
Prezzo: 12€
Storia degli italiani che parteciparono alla guerra civile americana.
Con le lettere del sergente Giovan Battista Garibaldi che scrisse alla moglie durante il
conflitto - tradotte su concessione del Virginia Military Institute. Presentazione e articolo
Civiliazación 2a edizione 2010
138 pagine
Pubblicato da: Edizioni Scudo
Collana: Earth's Tales
Prezzo: 14,99€
Civiliazación 1a edizione 2005
176 pagine
ISBN 978-88-7606066-3
Pubblicato da: Edizioni Il Foglio
Collana: Narrativa
Prezzo: 12€
Un missionario si trova in America Latina per aiutare gli indigeni
portando la sua idea di civilizzazione.
Romanzo basato su un popolo indigeno esistente, che non ha ancora avuto contatti esterni.
A tutta Birra
manuale pratico per la fermentazione casalinga.
Pubblicato da: donaconunlibro.it
80 pagine
ISBN: 978-1-4467-8770-0
Come fare la birra in casa, dettagliate istruzioni passo.passo con foto e tabelle. Presentazione e articolo
Destini incrociati
180 pagine
ISBN: 978-88-9029312-2
Pubblicato da: Edizioni DelMiglio
Collana: Spicchi d'arancia
Prezzo: 14€
Raccolta di racconti a spasso per Villafranca, a cura dell'associazione culturale "Lupo della Steppa".
Con il racconto: Il viale dei libri. Presentazione
Le orme del lupo
180 pagine
ISBN: 978-88-902931-1-5
Pubblicato da: Edizioni DelMiglio
Collana: Spicchi d'arancia
Prezzo: 12€
Racconti della associazione culturale "Lupo della Steppa".
Con il racconto: L'imprevisto.
Un bel perlaro in riva all'Adige
168 pagine
ISBN 978-88-902931-6-0
Pubblicato da: Edizioni DelMiglio
Collana: Alba Pratalia
Prezzo: 12€
Undici autori per una guida di Verona, un luogo, una città,
con descrizione dei monumenti attraverso il filo di un racconto. Presentazione
Oltrecosmo II - L'antologia dei vincitori
Lulu 2489689
Premio Oltrecosmo
Il Premio Oltrecosmo si è affermato tra i concorsi letterari di fantascienza più prestigiosi in ambito italiano.
Nel libro la raccolta dei primi dieci racconti selezionati dalla Giuria per la seconda edizione.
Con il racconto: Sette giorni.
Il lavoro nobilita?
122 pagine
Codice 118190
Pubblicato da: Lulu
Collana: Narrativa
Prezzo: 7,27€
Italia in guerra, maggio 1945
60 pagine
Codice 116197
cartaceo da Lulu / eBook per kindle
Prezzo: 6,54 / 2,99€
Racconti che si svolgono nel maggio del 1945.
Uno ambientato a Trieste di Emanuele Cassani e uno in Emilia di Mirko Montaldo. Presentazione
Sturm und Drang
128 pagine
Codice 116405
Pubblicato da: Lulu
Prezzo: 1,63$
Raccolta di dieci racconti sulla passione dello scrivere.
Sette di Emanuele Cassani. Presentazione
Le Reti
368 pagine
ISBN 88-487-6002-3
Pubblicato da: Finson
Collana: The Big One
Prezzo: 39,99€
Panoramica sulle reti di computer e sulle informazioni fondamentali per accedere a questo mondo.
Agile e accessibile, destinato a chiunque voglia approfondire e aggiornare le proprie competenze tecniche o solo sviluppato curiosità per l'argomento.
Le Reti in tasca
160 pagine
ISBN 88-487-3536-3
Pubblicato da: Finson
Collana: ...in tasca
Prezzo: 5,99€
Agile volumetto che introduce il mondo delle reti,
spiegando un mondo solo apparentemente complesso.
Grazie ai plus della collana In tasca, contenuti esaurienti coniugati a facile comprensione,
il mondo delle reti non sarà più un ambiente ostile
Il massimo con le Reti
220 pagine
ISBN 88-487-3036-1
Pubblicato da: Finson
Collana: Il massimo con...
Prezzo: 19,99€
Manuale completo sulle reti di computer.
Per chi non sa come è costituita una rete di computer, e vuole imparare i segreti,
i trucchi e i possibili problemi di installazione, configurazione e gestione di una rete domestica
o aziendale. Fornito di utili quiz di autovalutazione.
IN PREPARAZIONE: Come fare il miele ...in giardino - guida per iniziare l'apicoltura urbana
IN PREPARAZIONE: Come fare il pane ...in casa - trucchi di panificazione con la macchina dl pane
IN PREPARAZIONE: Come fare il kefir ...in casa - guida alla fermentazione di kefir di latte (con kefirian)
Racconti apparsi su riviste
"Omicidi letterari" numero 2, agosto 2011, Worlds of IF: e-zine di IF, rivista dell'Insolito e del Fantastico
"Il contratto" numero 11, giugno 2011, della rivista antologica illustrata di letteratura fantastica "Short Stories"
"Contagio" numero 8, luglio 2010, della rivista antologica illustrata di letteratura fantastica "Short Stories"
"Un passo indietro" numero 7, maggio 2010 della rivista antologica illustrata di letteratura fantastica "Short Stories"
"Addestramento" nel 2004 - sito Web Bompiani Editore
"The Step Back" nel 2002 - circolo letterario americano Critters
"L'imprevisto" numero 2, ottobre 2002, della Newsletter letteraria "Penna d'oca"
"The Black Rose" nel 2001 - circolo letterario americano Critters
"Una lettera apocrifa" numero 34, luglio 2001, della rivista letteraria "Racconti e Letteratura"
"Sala d'attesa" numero 7 - Attendere Prego, gennaio 2001, della rivista letteraria "Scritti Inediti"
"Vivere per scrivere" numero 7, luglio 2000, della rivista letteraria "Una Pura Formalità"
È solo narrativa
Nello scrivere l'introduzione del libro Carta da riciclare, che raccoglie venticinque anni di racconti, ho ritrovato un messaggio provocatorio di un lettore, in risposta al mio tentativo di spiegare che le mie storie sono "solo narrativa", lui ha contestato questa affermazione con passione.
"Non ci si giustifichi", mi ha scritto. "come si permette di fare l'autore di questo scritto, dicendo che è solo "narrativa", perché è la difesa più insensata che egli possa avanzare alle mie obiezioni. Se io lo calunniassi con un racconto, cosa pensa che direbbe un Giudice di quel suo asserire che di solo narrativa trattasi?
La sua "narrativa" intacca il principio al quale si affida ogni intelligenza, quando non ha altri elementi a disposizione che non siano quelli della fiducia in una verità della quale quella stessa intelligenza non è armata a sufficienza per poterne cogliere le contraddizioni che sono sempre implicite alle menzogne che negano sia i principi universali che, allo stesso modo, la Verità del principio di non contraddizione sul quale tutti i principi si appoggiano quando sono aderenti tra loro nell'esprimere la molteplicità, senza per questo negare l'unità dalla quale essa proviene.".
Eppure, non avevo intenzione di giustificarmi. Volevo semplicemente mettere in discussione una verità comunemente accettata, senza offendere nessuno, ma il dibattito che ne è scaturito è emblematico di un fenomeno più ampio: l'arte della narrativa può sfidare le nostre convinzioni più profonde.
Il commento riguardava un racconto in particolare, Una lettera apocrifa, che potete leggere in questo sito, e pensare che avevo evitato di scriverlo come se fosse ambientato veramente nel Io secolo, usando un linguaggio "attuale" proprio per enfatizzare che di narrativa si tratta, evitando di offendere chi crede nei Vangeli.
Comunque la verità è che ogni storia che scrivo esplora i dubbi sulle verità che diamo per scontate.
C'è un pensiero che mi affascina: la curiosità per chi si oppone alle mie idee. Come vivono? Dove abitano? Che vita conducono? Queste domande mi portano a riflettere su di loro, anche se possono sembrare pericolosi. Mi chiedo se abbiano amici con cui chiacchierare di calcio o discutere dell'ultimo romanzo di Dan Brown, e se sì, quale sarà stata la loro reazione?
Forse è solo una parte dell'esperienza di chi scrive: la curiosità che nasce dall'ignoto, e per fortuna, non ho mai avuto ulteriori contatti con quel lettore; altrimenti, chissà, magari lo avrei trovato interessante e avrei tentato di fare amicizia.
In definitiva, la narrativa non è solo un rifugio dalle verità scomode, ma una porta aperta verso conversazioni più profonde e inaspettate.
Chi sa quali connessioni possiamo scoprire attraverso le storie che raccontiamo? Una lettera apocrifa.
Presentare per vendere libri o vendere libri per presentare?
Maggio! L'incantevole mese in cui i fiori sbocciano, gli uccelli cantano, le api bottinano e i cantautori fanno la loro comparsa in città. Qualche giorno fa, il leggendario Guccini ha deciso di far visita al mio angolo di mondo per presentare il suo ultimo libro. Che evento emozionante, giusto? ma, come ho scoperto, la realtà si è rivelata ben diversa.
Da anni, mi dedico a presentazioni di libri con l'innocente illusione che i partecipanti vogliano sapere di che cosa parla il mio romanzo, come l'ho scritto e magari, giusto per divertimento, che alla fine qualcuno decida di acquistarlo, e invece no! Ecco che arriva Guccini e mi sbatte in faccia la dura verità: la presentazione è solo un gioco di prestigio.
Immaginatevi: un cinema gremito, ma per entrare bisognava avere un biglietto, e indovinate un po'? Quel biglietto si otteneva solo comprando il libro in una specifica libreria. Un vero e proprio affare, non trovate? La gente già munita del suo prezioso tomo, pronta a sedersi e ascoltare, ma la domanda sorge spontanea: perché mai dovrei andare a un evento del genere?
Non sono riuscito a entrare, purtroppo, ma mi chiedo se durante queste "presentazioni" Guccini si sia messo a raccontare il contenuto del libro, in modo che, anche se lo hai già comprato, non sia poi così faticoso leggerlo. Un po' come guardare il film dopo aver comprato il romanzo, solo che qui non c'è neanche il bisogno di farlo!
Quindi, cari lettori, che ne dite? Dovrei anche io iniziare a vendere i miei libri tramite presentazioni dove tutti comprano senza nemmeno sapere di cosa si tratta? Magari, un giorno, diventerò famoso anche io... ma per ora, mi accontenterò di raccontarvi come i sogni di scrittore si scontrano con la realtà di un mercato letterario che sa essere tanto affascinante quanto... confuso.
Libri mai nati non volevo fare la marmellata
5 giugno: Rientro a casa dopo una lunga giornata di lavoro.
Mentre parcheggio la mia auto nel vialetto (sì, perché sono così fortunato da avere un vialetto), vedo una signora in bicicletta che sembra avere una crisi esistenziale. Si ferma di colpo, scende dalla bici e con la furtività di un ladro professionista, nasconde il suo mezzo dietro a una macchina parcheggiata. è in modalità ninja, allungando il collo per controllare che non ci sia nessuno. Poi, con l'aria di chi ha appena scoperto un tesoro, si dirige verso un albero sul ciglio della strada e inizia a mangiare amarene.
Peccato che non abbia controllato anche il mio lato della strada. Spoiler: quell'albero è mio.
Mi avvicino, attraversando la strada come un leone che si prepara a colpire. La signora è così persa nelle mie amarene da non accorgersi che sto arrivando. Quando finalmente si rende conto che non sono un miraggio, ha due amarene in mano, pronte per un destino infausto.
Inizia a parlare prima che io possa chiedere perché stia saccheggiando il mio albero: «Non volevo fare la marmellata.»
Ah, fantastico! «Quindi?» chiedo, solo per curiosità.
«Intendevo dire che le mangio, ma non volevo raccoglierle per fare la marmellata.»
A questo punto, sono completamente disorientato e mi preoccupa il fatto che non accenni a darsi alla macchia. «Quindi ha ragione lei?»
«Volevo scusarmi,» dice, e finalmente prende la bici e scappa come un ladro di caramelle.
Ma davvero, è questo l'atteggiamento generale verso il furto? Se rubi solo un po' va bene? Chissà!
La signora si è almeno scusata. L'anno scorso, però, ho sorpreso una passante più anziana che riempiva un sacchetto di plastica lurido come un contenitore di rifiuti. Anche in quel caso, non dissi nulla, limitandomi ad avvicinarmi e a guardare. Quando si accorse di me, il sacchetto era pieno: «Sono buone per fare lo sciroppo di amarena,» mi disse, come se stesse svelando un segreto di stato.
«Lo so, anche noi vorremmo farlo, ma di solito non ce ne lasciano abbastanza.»
Mi guardò come se fossi io il ladro. Mi porse il sacchetto sporco, e io, con la cortesia di un maggiordomo, risposi: «Se lo tenga. Basta che non rubi più.»
Se ne andò con uno sguardo di disprezzo, come se avesse appena vinto una battaglia epica.
I nostri alberi di amarene (e anche l'albero di fichi sulla stessa strada) sono i protagonisti di un thriller quotidiano, attirando l'attenzione di ciclisti e pedoni. Automobilisti e cavalieri? Mai visti. Forse sono a casa o, chissà, intenti a scrivere un libro su come non farsi derubare.
Sorprendere in flagranza di reato quei pochi sventurati che scelgono il momento meno opportuno per soddisfare la loro golosità è una delle mie attività preferite, e ammetto che quando mi avvicino, la curiosità di sentire le loro giustificazioni è sempre alta.
«Non volevo fare la marmellata» potrebbe diventare un romanzo su chi ruba un po' e si indigna con la vittima, perché chiaro, il ladro ha i suoi diritti. Oppure potrei scrivere un saggio sulla rassegnazione di essere derubati da chi viene sorpreso con il vasetto (vuoto) di marmellata in mano.
Un amico, che vive in un condominio, una volta mi ha raccontato che il loro nuovo amministratore era "onesto" perché si limitava a fare la cresta del 5% sul riscaldamento. E il precedente? Ah, quello li spennava! La vita è un gioco, amici! Lo stesso vale per le sanzioni ingiuste o le cartelle delle tasse errate: «è poco,» dicono i piccoli burocrati, infastiditi perché avete osato protestare. «Le conviene pagare per non avere noie maggiori.»
Perché, in fondo, chi ha tempo per la giustizia quando ci sono amarene da mangiare?
Complottare contro la letteratura
Ogni volta che presento i miei libri, mi trovo a fare da difensore della mia libertà artistica, come un avvocato in un processo per omicidio di fantasia. Non confondete la realtà con la letteratura, dico. Quando descrivo la giornata di un giovane studente in un seminario, non assumete che io ci sia mai stato. No, mi sono semplicemente documentato mediante lunghe chiacchierate con chi lo ha vissuto.
Perché, chi ha bisogno di esperienze reali quando puoi ottenere informazioni da chiacchiere da bar?
Ma oggi voglio prendermi una pausa da questa noiosa verità e divertirvi un po' con il romanzo "L'Accademia Pessoa" di Errico Buonanno. Immaginate se fosse tutto vero! Potremmo finalmente dare un senso a quel mistero che avvolge il nostro misero mondo letterario.
Perché in libreria troviamo un'infinità di romanzi pessimi, tradotti con una pigrizia da far invidia a un bradipo, e solo pochi ottimi scritti da esordienti italiani che sarebbero felici di ricevere anche solo qualche spicciolo?
Perché i titoli dei libri validi vengono modificati in modi assurdi (prendiamo "La ladra di libri", che diventa "La bambina che salvava i libri" — ah, il marketing!)?
E perché sentiamo parlare di iniziative per avvicinare la gente alla lettura solo dopo che sono state messe in atto, come se la lettura fosse un segreto ben custodito da qualche setta?
Forse la risposta si trova nella teoria esposta in "L'Accademia Pessoa". Qui, si narra del:
...complotto più deprimente, più originale e necessario nei giorni estremi della storia letteraria universale: non pubblicare, non pensare, combattere la letteratura dall'interno... (Pag. 11)
E chi può dirlo meglio di un'accademia di nemici della letteratura che riunisce le menti più vuote e infeconde del paese? (Pag. 17).
Le modalità di azione di questi affiliati sono spiegate a pagina 18: Chi lavorava in qualche casa editrice, andava avanti a rifiutare dattiloscritti come aveva sempre fatto, chi aveva spazio sui giornali, elogiava romanzi mediocri e distruggeva quelli validi. Essere parte del complotto significava semplicemente procedere per inerzia, seguire la massa, condurre una vita monotona e contribuire in qualche modo alla deriva inevitabile della letteratura universale.
Ecco cosa succede quando confondiamo i libri con la realtà: ci ritroviamo in un circolo vizioso di mediocrità!
Quindi, se volete scoprire come si conclude questo oscuro complotto contro la letteratura, fatevi un favore e leggete il romanzo di Errico Buonanno. Perché, in fondo, chi non ama un buon complotto, giusto?
Iniziare a scrivere
Il 1995, un anno in cui il mondo era pieno di possibilità per un giovane come me... e anche di concorsi letterari organizzati da circoli ricreativi aziendali. Sì, proprio così: il circolo della Marconi di Genova pensò bene di lanciare un concorso per dipendenti-scrittori in erba, con un tema che avrebbe fatto invidia ai racconti più noiosi della storia della letteratura, le favole dovevano iniziare con il classico "C'era una volta" e finire con il patetico "e vissero felici e contenti". Ma chi ha deciso che la creatività dovesse avere regole così restrittive?
Immaginatevi: un gruppo di adulti in giacca e cravatta, avidi di storie zuccherose, che aspettano con ansia favole banali e melense. Ma io? Decisi di ribellarmi, perché conformarsi alle aspettative quando puoi prenderti gioco di loro?
Così, nonostante le richieste per partecipare a questa celebrazione della mediocrità, scrissi la mia prima storia: Il leprotto che non sapeva saltare (poi pubblicato con il titolo: A causa di un fiume).
Se ho vinto il premio? Non ho partecipato, ma almeno ho scritto un racconto originale, e se avrete il coraggio di leggerlo (è disponibile in questo sito web) capirete che la vera magia non sta nel "vissero felici e contenti", ma nel mettere in discussione ciò che ci viene imposto. Il leprotto che non sapeva saltare.
Letture che portano a scritture
Ho l'abitudine di leggere tre libri contemporaneamente. Sì, proprio così, tre. Ovviamente qualcuno ha già storto il naso, "Ma come fai?" mi chiedono gli amici, perplessi, come se fosse un'eresia. Bene, caro lettore sconosciuto, ecco qui la risposta a una domanda che non hai chiesto tu.
La mia abitudine di leggere più libri in parallelo è colpa delle biblioteche.
Hai presente quelle preistoriche istituzioni dove ti lasciavano portare a casa solo tre libri per volta, un vero affronto per un divoratore di storie. Alla fine, ho affinato una tecnica geniale: prendere in prestito un romanzo "leggero", uno "pesante" e un bel saggio. Perchè variare à la chiave... o forse solo l'unico modo per sopravvivere a una tale limitazione.
Il romanzo "leggero"? Ah, quello à il mio piccolo piacere colpevole: Fantascienza, Crichton, Cussler o King, (e no, non li scelgo perché hanno cognomi con la stessa lettera, ma se suona bene, perché no?). Ok, King ha la Kappa, ma tranquillo: ho inventato la regola e posso fare tutte le forzature che voglio. In fondo, un po' di fantasia non guasta. Chi dice che le teorie letterarie debbano avere senso?
Poi c'è il "romanzo pesante". Sì, quello che inizia con: "Perché sto facendo questo a me stesso?" Il libro che non acquisterei mai, magari voglio criticarlo, o forse è solo un bestseller e vorrei capire perché vende. Spoiler: non sempre riesco a finirlo, ma a volte – sorpresa! – scivola nella categoria dei leggeri. Vedi, anche i libri hanno i loro colpi di scena.
Infine, il terzo libro è un saggio. Perché no? Le mie passioni cambiano come il vento. Un giorno leggo delle tribù amazzoniche, scrivo un romanzo su di loro e alla fine penso: "Ne ho avuto abbastanza". Passo quindi agli animali della foresta dove ho ambientato il romanzo, ma senza pecari sotto mano, mi butto sulle formiche nel mio giardino. Le guerre territoriali tra formiche sono molto più eccitanti di quanto sembri, ho persino scritto un'introduzione alla mirmecologia! Non mi fermo mai, eh?
Poi c'à stato l'incontro fatale con Il gene egoista di Richard Dawkins. E lì, zac! Mi metto a programmare, perché se Dawkins ha usato il computer per formulare ipotesi, chi sono io per non seguirlo? Ecco che finisco per studiare JavaScript, mentre penso a come usarlo per provare la strategia evolutiva Tic for tac. Un'ossessione tira l'altra, come sempre.
Ah, già, poi c'è anche l'apicoltura, una passione nata dallo studio delle formiche che ha portato allo studio degli altri insetti eusociali e all'evoluzione (Se te lo stai chiedendo, sì ho studiato le termiti le varie volte che per lavoro sono stato in Namibia, e così ho coperto tutte e tre le specie eusociali più importanti). Ora sono circondato da api (i termitai sono molto alti e non è stato possibile portarne uno come bagaglio a mano in aereo) e ogni giorno che vado in apiario è una lezione pratica di biologia.
Poi, tra una formica e un'ape, mi metto a trovare errori storici gravi in un libro della Fallaci, e per rimediare al suo errore, finisco per scrivere un saggio sugli italiani nella Guerra Civile Americana. Sì, hai capito bene. Non ci sono molti libri su questo argomento in Italia, ma la curiosità mi ha portato a spulciare tra i cataloghi di una biblioteca americana, dove ho trovato documenti inediti molto interessanti, ne è nato prima un articolo e voilà, una casa eitrice mi ha chiesto di approffondire e scrivere un libro.
Chissà, forse ho risvegliato anche in te la curiosità su come le letture possano diventare scritture. Una conclusione forse non c'è, ma una cosa è sicura: basta un minimo di volontà e la noia non farà mai parte della vita di un buon lettore di libri.
Giudicare un libro
Ricordo quando è iniziata la moda di giudicare a "stelline", passata presto al mondo dei libri al posto delle recensioni. Quella meravigliosa invenzione dell'era digitale che ci permette di ridurre anni di lavoro di un autore a... un'emoji luminosa. Fantastico, no? Certo, ha senso se stai valutando un venditore online. Ha risposto velocemente? Il pacco è arrivato intero? L'oggetto era davvero come descritto o sembrava preso da un catalogo del 1997? E per i gadget? Ovviamente. Funziona? Assomiglia alla foto? Non esplode al primo utilizzo? Anche un ristorante: è pulito? Il cibo non ti ha mandato al pronto soccorso? Ok, cinque stelline.
Ma un libro? No, amici, qui la faccenda si complica.
Nella vita ho anche venduto libri, mi piaceva l'idea di parlrne coi clienti. E sai una cosa? Non mi è mai passato per la testa di consigliare lo stesso libro a tutti, anche se io lo trovavo da cinque stelle. Perché? Perché le persone sono diverse (sorpresa!), e i loro gusti lo sono ancora di più. Dopo pochi minuti di conversazione, basandomi su quello che avevano letto e i loro interessi, spesso capivo quale libro consigliare. Certo, non sempre avevo il "libro perfetto" per loro a portata di mano, ma ci andavo vicino. Attenzione però, li avvertivo sempre: "Questo è bellissimo, ma potrebbe sembrarle un po' noioso qua e là" (nel caso del "Nome della rosa" per esempio, bisognava specificare che le parti in latino si dovevano saltare, erano lì solo per esibizionismo lessicale) oppure "So che le piacciono i gialli. Questo non è un giallo, ma è scritto dallo stesso autore che la ha tenuta sveglia tutta la notte la settimana scorsa."
Quel tipo di conversazione creava un legame con il cliente. E non perché ero un mago dei consigli, ma perché ascoltavo le persone e capivo una cosa fondamentale: un libro che per me è noioso come guardare l'erba crescere può essere considerato un capolavoro da qualcun altro.
Ora, parliamo di te che metti "una stellina" all'Ulisse di Joyce, perché hai comprato il libro senza sapere di cosa si trattasse. Dai, ammettilo: quante stelle avresti dato dopo aver sudato su quelle quasi 1000 pagine? Una, forse zero, se fosse possibile, ma non perché il libro faccia schifo, semplicemente perché non lo hai capito (d'accordo lo ammetto, ho avuto difficoltà a comprenderlo e non lo ho mai consiglato).
Non è il tuo genere? Perfetto. Odi la fantascienza? Bene. Però non dare una stella a un capolavoro solo perché ti sei perso nel flusso di coscienza di Joyce o perché i laser di Dune non ti hanno emozionato.
In sintesi: prima di mettere una stellina, magari spiega perché non ti è piaciuto. Potresti aver risparmiato a tutti il dover leggere una lunga recensione e come effetto collaterale, dimostrare che non fai parte di quelli che giudicano senza leggere.
Come assegnare un "genere" ai libri
Il divertente gioco di assegnare un'etichetta a tutto e tutti, che cosa saremmo senza di loro? Viviamo in un'epoca dove ogni cosa deve essere inserita in una casellina, anche i libri. Ma certo, è fondamentale: saggio, romanzo, manuale, guida... perché altrimenti il povero lettore, perso nel mare di titoli pubblicati mensilmente, come farà mai a scegliere? Spoiler: sceglierà comunque a caso.
Io, prima di essere un autore, sono un lettore, e sì, lo ammetto, utilizzo anch'io queste utilissime categorie per orientarmi, ma, sorpresa delle sorprese, a volte, dopo aver scritto il capolavoro del secolo e messo quel soddisfacente "fine", ti ritrovi in mano un oggetto misterioso. Cos'è? Neanche tu lo sai.
Ecco, questo mi è successo ad esempio con "Il mondo secondo M.". Un libro che, ancora adesso, non riesco a catalogare, e credimi, ho provato. Vuoi un assaggio della confusione? Ti lascio con l'introduzione del libro, giusto per farti capire in che guaio mi sono cacciato.
Siete davanti al libro più complicato che abbia mai scritto, e dico "complicato" sapendo bene che cosa significa, visto che ho pure scritto manuali di informatica, roba che fa venire il mal di testa anche agli ingegneri. E non dimentichiamo il mio saggio sugli Italiani nella guerra civile americana, dove ho dovuto tradurre lettere scritte in inglese maccheronico e mescolato al dialetto genovese (chi non ama queste sfide linguistiche, no?).
Ma se pensi che scrivere romanzi sia una passeggiata, ripensaci. Anche lì, ogni intreccio è un potenziale disastro. Ho imparato a numerare le scene, fare indici, controllare il flusso temporale per evitare di mandare i lettori in tilt. Tipo in "Chiusi in fabbrica", dove mi sono destreggiato tra capitoli di diverse storie che si inseguono come auto in un film d'azione. Facile? Certo, come fare il cubo di Rubik bendati.
E poi arriva "Il mondo secondo M.", un libro che è una bestia a sé. Complicato come un manuale, intricato come un romanzo, rigido come un saggio storico, e con in più il piccolo dettaglio che... ci sono dentro fino al collo. Oh sì, perché non è che puoi aggiungere scene inventate per fare chiarezza quando la storia è basata su fatti reali. Puoi solo arrangiarti con quello che è successo, come un cuoco che deve preparare una cena gourmet con ciò che trova in frigo.
Il cuore del libro è un resoconto dell'estate 2020, scritto in tempo reale, quindi bello caotico e senza un filo logico da manuale. Così ho dovuto giocare con i flashback, portandoti indietro al giugno 2019 e al passato della protagonista. Insomma, un casino degno di un thriller psicologico, e non certo il mio solito.
Ovviamente, non era abbastanza. Avevo riflessioni che al momento non potevo considerare, principalmente perché ero troppo dentro alla storia, e poi perché non avevo la minima idea di cosa stesse succedendo. Solo dopo, con un po' di sana lettura (vedi la bella bibliografia alla fine del libro) e diverse chiacchierate con due psichiatri, le cose sono diventate più chiare. Così ho aggiunto delle "considerazioni" personali scritte a posteriori. Perché, diciamocelo, un po' di autocritica non guasta mai.
Ah, e se trovi errori? Beh, colpa mia. Mica dei due esperti, loro sono stati fin troppo gentili con me.
Narrativa nichilista?
Il nichilismo è un atteggiamento filosofico che ho esplorato con passione. Questo concetto, spesso frainteso, rappresenta per me una sfida e una possibilità che ho cercato di esporre nei miei racconti e romanzi.
Il nichilismo è la consapevolezza che i valori tradizionali, le certezze assolute e le verità eterne sono illusioni. Nietzsche, con la sua popolare affermazione "Dio è morto", ci ha rivelato che la morale non è altro che una creazione umana e che il senso della vita è un enigma senza una risposta definitiva.
A prima vista, potrebbe sembrare una visione cupa e pessimista, ma in realtà il nichilismo è un invito alla liberazione. Non è una tragedia, ma un'opportunità che ci permette di svincolarci dalle catene dei dogmi del passato, di mettere in discussione le convenzioni e di preparare le basi per un futuro autentico. La morte di Dio, infatti, non ci condanna al vuoto, ci libera invece dalla paura della morte e dall'ossessione di trovare una giustificazione divina per la nostra esistenza.
Ci offre la possibilità di diventare i veri creatori del nostro destino.
Se i valori ereditati perdono il loro significato, allora sta a noi, in quanto esseri umani, creare nuovi valori, più autentici e vicini ai bisogni reali, più profondi. Il nichilismo ci sprona a diventare übermensch, oltre-uomini, esseri capaci di superare i limiti imposti dalla condizione umana comune, invitandoci a dire "sì" alla vita in tutte le sue sfumature, anche nelle sue forme più difficili e crudeli.
Il nichilismo non è una dottrina della rassegnazione, come spesso si pensa, ma piuttosto una filosofia dell'azione, una spinta verso la creazione di un nuovo mondo dove l'uomo sia davvero padrone del proprio destino. Il nichilismo può fare paura, è vero, ma solo riconoscendo il nulla possiamo trovare un senso genuino alla nostra esistenza, solo affrontando il vuoto possiamo riempirlo con ciò che è davvero nostro.
In definitiva, il nichilismo non è soltanto una sfida, ma anche un'opportunità straordinaria. è un invito a diventare protagonisti attivi della nostra vita, a creare il nostro mondo e a dare un significato autentico alla nostra esistenza.
Sei pronto a leggere alcuni racconti che potrebbero essere definiti "nichilisti"?