![]() | ![]() www.steppa.net |
Il Verosimile di Pino Pelosi
Leggete gli articoli di Emiliano Ventura
![]() |
Io so... come hanno ucciso Pasolini Pino Pelosi 12,75 Euro ISBN 9788862060318 123 pagg. 2011 Vertigo |
Come evento editoriale è stato ben architettato così come la campagna pubblicitaria che ha coinvolto giornali e autobus; è stata annunciata così l’uscita del libro verità di Pino Pelosi, unico ad aver pagato per l’omicidio di Pasolini, sul fatto che fosse realmente lui il responsabile del delitto non tutti ci hanno veramente creduto. Che non fosse stato lui lo sapevamo con certezza da tempo e prima ancora delle sue ritrattazione dl 2005.
Al conrario ad alcuni ha fatto comodo crederlo, si è liquidata così la morte di uno dei maggiori poeti e pensatori del Novecento, si è voluto fortemente credere al movente della lite omosessuale sfociata in omicidio, molti si sono accontentati di questa versione nonostante le evidenti contraddizioni, nonostante la certezza che l’avvocato di Pelosi, Rocco Mangia, fosse stato raccomandato da un giornalista iscritto alla P2, nonostante la perizia psichiatrica sia stata fatta dal prof. Semerari che faceva perizie pilotate verso l’assoluzione ai malavitosi e da questi verrà ucciso.
Ci hanno voluto credere nonostante l’abito chiaro di Pelosi all’arresto risultasse pulito, due piccole macchioline di sangue in basso ai pantaloni, mentre il corpo del poeta era straziato da colpi alla testa, al corpo, al basso ventre, dita spezzate, un orecchio quasi staccato, costole fratturate, completamente coperto di sangue.
Non si è mai voluto cercare un altro colpevole, andava bene il ‘ragazzo di vita’ che si fa omicida, era una scena che ben si adattava alla poetica della vittima, una realtà che calzava bene la dinamica omicida.
Si sapeva da tempo come Pelosi stesse collaborando con il regista Federico Bruno (uno dei veri autori, gosth writer, del libro insieme all’avvocato Olivieri, loro sì veramente bravi a dar forma letteraria ai racconti di Pelosi) che sta girando il film sull’ultimo anno di vita del poeta e che ci consegnerà, tra poco, questa versione dettagliata frutto di una lunga ricerca e una grande passione per Pasolini.
C’è da dire che questo libro è un atto dovuto oltre che atteso ma non dice niente che non si sapesse già, niente che non fosse emerso da indagini postume: grazie alle testimonianze di Sergio Citti e alle ricerche di Silvio Parrello, agli articoli di Oriana Fallaci e Mauro Volterra, al regista Marco Tullio Giordana, alla dedizione di Angela Molteni, al magistrato Calia, al carabiniere Sansoni e molti altri ancora
Qunidi il libro di Pelosi più che dire il nuovo conferma e al massimo arricchisce il già noto.
Sapevamo che non era stato lui, sapevamo della presenza di altri ignoti, da subito Furio Colombo raccoglie la testimonianza del pescatote Salvitti all’idroscalo, da subito la Fallaci esce con un numero dell’Espresso in cui raccoglie testimonianze che Pelosi non era solo quella notte. Da subito la perizia del perito professor Durante afferma che Peolosi non poteva aver massacrato Pasolini con la tavoletta fradicia ritrovata.
Sapevamo grazie a Silvio Parrello che c’era un’altra macchina da cui sono usciti gli aggressori e che poi è stata usata per investire il corpo del poeta dandogli il colpo di grazia; sapevamo che quest’auto, sporca di sangue e fango, è stata portata a riparare da un certo Antonio Pinna, a un carrozziere che la rifiuta e che verrà consegnata a un altro sulla portuense che la riparerà.
Sapevamo della presenza di fratelli Borsellino, e cosa ancor più grave lo sapeva anche la polizia, dopo un breve arresto verranno rilasciati, solo dopo che entrambi saranno morti per droga e HIV, Pelosi si deciderà a confermare la loro presenza e il loro ruolo nella notte dell’omicidio.
Sapevamo del furto delle pizze di Salò, sapevamo che verranno usate come esca per uno scambio, ecco il motivo dell’incontro all’Idroscalo.
Quello che il lettore potrà trovare nuovo è che nel furto delle pizze alla Tecnicolor, furto che coinvolgerà altri film e altri registi, ha avuto un ruolo anche Sergio Citti in che modalità e in quale ruolo non è chiaro ma secondo Pelosi Citti aveva accumulato debiti con un malavitoso, un piccolo boss della tiburtina, per un giro di droga e prostituzione, a questo debito il regista amico risponde con delle soffiate per questi furti.
Naturalmente non ci sono prove e Citti non può più difendersi da questa accusa ma si potrebbe spiegare così la lunga attesa per visionare il filmato-documento girato sulla scena dell’omicidio solo pochi giorni dopo.
In questa nuova versione di Pelosi (quella definitiva?) l’incontro con Pasolini è avvenuto mesi prima, afferma di esserne divenuto amico e poi di essere stato usato come tramite per lo scambio per le pizze, quella sera con se il poeta aveva tre milioni per riprendersi il suo film. Ma quello che non dice (non può o non vuole) è chi siano gli altri autori del pestaggio e dell’omicidio finale, quelli che lo minacciano e che gli impongono un trentennale silenzio.
Il racconto di questo ex ladro di motorini e di auto ci consegna un ritratto di Pasolini oleografico, gesti, atteggiamenti e parole del poeta sembrano ritratti da un manierista. Qualche dubbio su questi ricordi permane; Paolo Volponi, scrittore e amico di Pasolini dai primi anni cinquanta, afferma che l’amico non sapesse nuotare o almeno non bene come tutti coloro che provengono dalla campagna. Pelosi ricorda un bagno al mare di Ostia con un Pasolini formato capione olimpico di nuoto.
Tutto il libro, tutto questo racconto in prima persona sembra più vicino al verosimile che non alla verità a cui il titolo perentorio (il calco del famoso articolo pasoliniano Io so) vuole promettere e che non riesce a mantenere.
Verosimilmente Pelosi conosce il poeta mesi prima, verosimilmente i tratti fisici del ragazzo richiamano molto il topos pasoliniano, ed è anche verosimile la simpatia del poeta per il giovane così simile a Ninetto Davoli. Continua ad essere verosimile che l’incontro all’Idroscalo sia stato per lo scambio per le pizze del film e che i ragazzi, i Borsellino e lo stesso Pelosi, dovevano solo dare una lezione al poeta omosessuale. Ma tutto questo non ci consegna la verità su una morte che è ancora avvolta da un omicida anonimo e ancor più da uno sconusciuto mandante, e comunque anche se un giorno si sapranno questi nomi l’atto sacrale di quella morte rimarrà per sempre nel suo essere atto simbolico.
Per quanto mi riguarda le ragioni di quello strazio e massacro di un poeta vanno cercate nella forma di politica che l’Italia aveva intrapreso dopo la seconda guerra mondiale; ovvero una forte resistenza alla neonata Repubblica da parte di ex esponenti del fascismo e di ex repubblichini. Personaggi che erano stati assorbiti nella stessa democrazia, in ambienti politici, militari (anche nei servizi segreti) e imprenditoriali e che venivano spalleggiati e usati dai servizi segreti USA per la loro ‘guerra psiclogica’ al pericolo comunista. L’omicidio di un poeta è un atto sacrilego, un evento che segna l’uomo costringendolo alla continua interpretazione del fenomeno, la morte di Pasolini è un atto che non ha cessato la sua portata storica, è come per Ipazia o Socrate, è come il processo a Bruno o a Galilei, sono atti violenti che provocano mutamenti nel pensiero umano. Platone immagina ne la Repubblica uno stato ideale in cui il filosofo non sia condannato, Cartesio esita a pubblicare il suo Discorso sul Metodo dopo le vicende del processo a Galilei.
In antichità il poeta è sacerdote e profeta in lui parla il divino, ecco perchè il suo omicidio è un atto sacrilego, l’esecuzione di Lorca e di Mandel’stam non si sono viste, non abbiamo immagini di quella morte, al contrario del corpo di Pasolini che con la crudezza di quel massacro aumenta, se possibile, il sacrilegio. Questa è la verità che ogni atto giudiziaro umano, così come ogni confessione parziale di un ex ‘ragazzo di vita’, non potrà in alcun modo lenire un gesto atroce contro una persona che rientra nella sfera del divino.
Operazioni come queste, fatte da chi non riesce nemmeno a stare nei panni di un novello Erostrato, non fanno altro che continuare a uccidere di nuovo la sacralità del poeta. Purtroppo questo eterno adolescente che non riesce a controllare una gestualità esagerata non è solo: sedicenti scrittori, amici postumi, politici, fotografi gli fanno buona compagnia, ognuno un festoso partecipante al banchetto da cannibale.
![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |