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Caos La scienza del secolo scorso ha modificato quasi del tutto la nostra
concezione del mondo deterministico, che era stato osservato come se fosse
strutturato similmente a un orologio regolato da rapporti lineari di causa
ed effetto, facilmente prevedibili; tale immagine di un mondo meccanico era
stata infatti delineata dalla interpretazione della fisica classica.
La scienza del secolo scorso, nel fissare la propria attenzione dal
macrocosmo al microcosmo, ha compreso che, se approfondiamo la nostra
interpretazione degli eventi, emerge ovunque il CAOS come evidenza
costante di ogni processo dinamico ad elevata complessità di relazioni.(1) Riteniamo pertanto utile provare a ragionare su questo tema, perché è dal dubbio che nascono nuove idee e modelli interpretativi più adeguati a vivere e pensare nell' epoca digitale . Con la scienza fisica del secolo XXI secolo (quanto-meccanica) ci siamo
trovati di fronte al dilemma di non saper dare spiegazione certa all'ordinamento naturale evolutivo che intuiamo essere intrinseco al sistema
globale. Pertanto, rinunciando a prevedere gli eventi con esattezza,
abbiamo accettato l'esistenza di una fondamentale indeterminazione, basando così la spiegazione scientifica su una logica probabilistica al fine di
verificare le possibilità di successo delle nostre previsioni.
Albert Einstein (1879-1955), convinto che l'immaginazione e la saggezza
fossero strumenti di conoscenza più potenti delle conoscenze storicamente
acquisite, dopo aver tentato di mettere in evidenza tutta una serie di
paradossi, prodotti dalla interpretazione probabilistica della meccanica
quantistica, si disse convinto che : "Dio non gioca a dadi con la natura"; frase con la quale volle evidenziare il sospetto che il CAOS dipenda
da una dimensione inadeguata delle nostre conoscenze, proprio in quanto esse sono limitate nella loro capacita di comprendere e rappresentare fenomeni dinamici complessi, come per esempio le fluttuazioni atmosferiche, le turbolenze del moto fluido, le dinamiche bio-evolutive che originano le mutazioni e di tante altri eventi che presentano dinamiche non lineari in moltissimi fenomeni e processi di elevata complessità.(2) Proseguendo nella nostra riflessione, sappiamo che le concezioni scientifiche contemporanee fanno riferimento soltanto a due variabili cognitive: l'Energia e la Materia: queste ultime sono prese in considerazione in relazione all' osservazione del mondo esterno. In tal modo viene separato ed escluso dal pensiero scientifico il soggetto della sua osservazione in
quanto la scienza si preoccupa solo e soltanto dall'osservato. Da ciò
dobbiamo ammettere che la definizione concettuale del CAOS, così come
quella contrapposta di ORDINE, viene ad essere esclusivamente relativa
alle proprietà dello spazio, "disordinate e ordinate" , e non a quelle che
includono la dinamica del tempo.(3) Catalisi e trasformazioni chimiche Nello studio delle "reazioni chimiche oscillanti" e cioè dei processi di
trasformazione chimica lontani dalle condizioni di equilibrio (6), ci siamo
resi conto della difficoltà di definire l'azione catalitica; pertanto,
siamo partiti dalla considerazione che, in una trasformazione chimica il
passaggio da una situazione di ordine dei reagenti della reazione a un'altra situazione di equilibrio, costituita dal nuovo ordine molecolare dei
prodotti, si attua sempre mediante l' azione di un sistema catalitico ovvero
auto-catalitico. Ragionando in tal guisa abbiamo definito la catalisi in termini di un sistema di informazione che precede e indirizza la nuova formazione stabile dei prodotti di una reazione a partire dai reagenti; ciò significa, in sostanza, che il catalizzatore agisce nel decodificare la informazione dei reagenti e ricodificandola in quella dei prodotti. Cosmos Generalizzando tale nostra impostazione sulla catalisi chimica, abbiamo
ammesso che ogni trasformazione tra Energia e Materia in natura debba
essere catalizzata da un sistema di informazione, in modo tale da poter
procedere nell'attuazione della transizione neg-entropica tra disordine ed ordine, che indirizza il divenire di ogni processo di cambiamento, verso l'ottenimento di nuove forme ordinate e relativamente stabili.
Se viceversa vogliano ottenere materia dalla energia, possiamo immaginarci di agire come quando realizziamo una lastra di liquido contenente disciolto del tensioattivo e, quindi, per pressione sulla tensione del liquido, otteniamo bolle di sapone. La precedente immagine mentale non è così tanto peregrina; infatti, ci troveremmo in una situazione simile a quella di annodare il Telo della onda piana di Eddington, creando una bolla, ottenuta per trasformazione di alcune dimensioni temporale nelle corrispettive dimensioni spaziali. Tale trasformazione tempo-spazio, fa assumere la tridimensionalità nello spazio alla bolla di energia (che può divenire un fotone od un protone ecc., a seconda delle energie messe in campo), mantenendo un'unica successione temporale, correlabile allo stato della particella creata per torsione dell'onda energetica piana. In tal guisa, stiamo perseguendo l'idea della possibilità di esistenza di un sistema temporale, diacronico e non più sincronico, in quanto derivante dalla trasformazione del cronotopo in una di differente dimensionalità dello spazio/tempo, che risulta diversa da quella percepita dalle nostre relazioni sensoriali con l' ambiente. Purtroppo, a molti sembrerà difficile accettare la plausibilità di tali eventi, proprio in quanto siamo avvezzi a reputare come riferimento sperimentale univoco nella scienza quello costruito dalla nostra percettività cerebrale, pur conoscendo bene i limiti fallaci delle nostre impressioni sensorie.(9) Riteniamo pertanto necessario tentare di costruire nuove alternative necessarie per comprendere la realtà a noi invisibile, tramite la riflessione educativa di scienze integrate di cui questa breve relazione fa parte, per poter condurre l'apprendimento della scienza fuori da considerazioni limitative e fondamentalmente errate nella quali la cultura scientifica si dibatte da tempo, spesso in modo spesso inconcludente.(10) Per comprendere quanto detto sopra e nei citati riferimento bibliografici, bisogna accettare che l'energia possa trasformarsi in informazione; ciò significa in sostanza che l'energia possa essere codificabile in due bit, uno relativo al tempo (t1,t2) ed uno allo spazio (x,y). Ciò diviene necessario quando si ritiene che l' energia possa venire codificata da un lato come materia e dall' altro come informazione, a seconda delle differenti codificazioni del cronotopo. L'energia trasformata in materia assume la tridimensionalità nello spazio (x,y,z) e una sola dimensione della successione temporale (t), mentre quando viene trasformata in informazione, essa diviene caratterizzata da una codificazione spazio-temporale bidimensionale nel tempo e nello spazio.(11) Cronos lineare degli eventi in correlazione alla Bidimensionalità del Tempo dell'Informazione Il tempo come sequenza lineare di successione di eventi, esiste quindi solo e soltanto se preso in considerazione in relazione alla materia nella sua manifestazione come massa. Invece il tempo, così come lo spazio, qualora vengano concepiti nell'ambito delle trasformazioni dell'energia in informazione, rappresentano un diverso assetto del "cronotopo" che caratterizza il nostro Universo, il quale come abbiamo affermato, risulta essere bidimensionale nel tempo e nello spazio; pertanto, il tempo stesso può esistere caratterizzato da una componente binaria dell'informazione, proprio in quanto come tale assume anch'esso un carattere digitale. La conversione una delle componenti temporali del "cronotopo" in una dimensione spaziale è permessa nella trasformazione che avviene nella interazione con la materia, in cui l'onda si trasforma in particella per assumere la codificazione adeguata ad interagire nello spazio tridimensionale della materia. Se, per esempio, le frequenze del campo della luce visibile attraversano un mezzo trasparente, l'onda piana ad esse associata permane dimensionata come informazione, mantenendo la sua codificazione energetica in due componenti temporali e due spaziali; altresì, quando l' onda interagisce per esempio con la retina dell' occhio, la reazione fotochimica avviene per la possibilità dell'onda piana di trasformarsi in particella, assumendo una codificazione capace di interagire con la struttura tridimensionale nello spazio propria della materia. Concludiamo queste brevi riflessioni dicendo che quando ragioniamo entro una dimensione univoca lineare del tempo, inteso come misura della durata dei fenomeni osservati da un osservatore esterno, tutto l' Universo appare essere caotico, perché organizzato come un sistema disperso di entità materiali differenti, tenute assieme dal sistema gravitazionale, che pertanto risulta purtroppo mancante di una "massa oscura" invisibile. Viceversa, nella interpretazione originale a cui abbiamo accennato, l'Universo appare nuovamente come un sistema perfettamente ordinato in termini di interattività associata alle trasformazione spazio/temporali dell'energia, nelle sue componenti di materia ed informazione, dove le diversità prima considerate dal punto di vista spaziale come disordine percettivo, sono altresì funzionali a un progetto comunicativo globale e interattivo, intrinsecamente e perfettamente dotato di un criterio evolutivo. Questa nostra interpretazione, basata su le trasformate spazio/tempo, è quindi trattabile in termini di operazioni tra differenti codificazioni delle relazioni che sussistono tra energia, materia e informazione, nell' Universo. A nostro avviso, un tale approccio tende a evitare che la complessità divenga complicazione. Infatti, datosi che l'energia è un continuum, mentre la materia ha una struttura discontinua, le due concezioni risultavano non integrabili tra loro, se non si fosse pensato a un sistema di decodificazione e ricodificazione del "cronotopo", operante nell'Universo intero in termini di elaborazione di informazione.
Einstein continuò a pensare a qualche forma di "Etere" che assolvesse questo compito da noi attribuito ad un sistema di informazione interattiva agente nell'Universo. Sappiamo infine che molti scienziati riterranno "esoterico" questo modo di ragionare, finché non comprenderanno che la differente interpretazione che ci ha condotto a concepire uno scenario di interazione tra energia, materia e informazione, ben si combina con l'esigenza di pensare a un mutamento della codificazioni del cronotopo spazio/temporale, necessarie trattare l'uomo stesso non più come un soggetto indipendente, ma come elemento centrale e oggettivo della evoluzione del sistema universale. Nella nostra interpretazione delle relazioni tra CAOS, COSMO e CRONOS, pertanto, l'uomo, come già nell' epoca del Rinascimento, può assumere nuovamente il centro creativo del processo evolutivo a cui partecipa come coscienza oggettiva, entro un sistema coerente con la intelligenza universale della natura.
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