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a cura di: Emanuele Cassani | Home pubblicazioni |
La Venezia Giulia ha ispirato alcune delle voci più significative della letteratura italiana. Scrittori come Italo Svevo e Umberto Saba, profondamente legati a Trieste, hanno saputo tradurre in parole il complesso intreccio di identità, sentimenti e storie che caratterizza questa regione. |
Scrittori e poetiItalo Svevo (pseudonimo di Aron Hector Schmitz. Trieste 1861/Motta di Livenza 1928)Nato da madre ebrea e padre tedesco, dopo gli studi in Baviera proseguì l'istruzione iscrivendosi all'Istituto superiore di commercio "Pasquale Revoltella" a Trieste abbandonandolo dopo un anno per essere impiegato alla sede triestina della Unionbank di Vienna, dove lavorò per vent'anni.
Dopo questi lavori passati innosservsati, trascorre un lungo periodo senza scrivere, si sposa con Livia Veneziani nel 1896, ha un figlio e inizia a viaggiare per l'Europa lavorando per la ditta di vernici sottomarine "Veneziani" di suo suocero. Nel 1905 conosce James Joyce dal quale prende lezioni di inglese dal 1907, nel 1923 pubblica il suo terzo romanzo a 25 anni dal secondo:
Joyce fece conoscere il libro a V.Larbaud e anche grazie a una recensione positiva di Eugenio Montale sul periodico "L'esame", Svevo iniziò ad avere successo, pubblicando altre sue novelle:
Nel 1928 Svevo muore a causa di un incidente automobilistico, stava lavorando al romanzo "Il vegliardo", del quale rimangono solo la prefazione e pochi capitoli. Altre sue opere furono pubblicate postume:
I libri di Italo Svevo sono anche scaricabili gratuitamente dalla Biblioteca Italiana Umberto Saba (Trieste 1883/Gorizia 1957)Saba nasce da madre ebrea e da un padre che si era convertito alla religione ebraica per sposarsi, ma abbandonò la famiglia subito dopo il matrimonio. Saba lo incontrerà solo da adulto, ma ne rifiuterà il cognome "Poli".
A Firenze nel 1911 incontra la redazione dell'allora settimanale "La Voce", Slataper però non farà una buona recensione delle "Poesie" e nell'anno seguente la rivista gli rifiuterà il saggio "Quello che resta da fare ai poeti"
Partecipa come soldato alla prima guerra mondiale senza partire per il fronte. Al termine del conflitto rileva a Trieste la libreria antiquaria "Libreria antica e moderna" dove pubblica "Il canzoniere".
Nel 1928 è già famoso, come lo dimostra il numero 5, dedicato interamente a lui dalle rivista fiorentina di letteratura "Solaria". Dal 1929 si sottopone a delle cure psicoanalitiche a causa della sua nevrosi.
Le sue ultime opere ottengono riconoscimenti e fama, ma a causa delle crisi depressive Saba vive isolato, nel 1953 è ricoverato in una clinica di Roma e alla morte della moglie Lidia nel 1956, si trasferisce a Gorizia dove muore l'anno seguente.
Scipio Slataper (Trieste 1888/Monte Podgora-GO 1915)Al liceo il suo maestro F.Pasini lo introdusse negli ambienti irredentisti triestini, nel 1908 si trasferì a Firenze per studiare all'Istituto di studi superiori e iniziò a scrivere per la rivista "La Voce" le sue "Lettere triestine". Fu segretario di redazione tra il 1911 e il 1912.
Nel 1913 si sposa a Trieste, si trasferisce ad Amburgo per lavorare al Kolonial Institut, ma poi torna a Trieste e a ROma nel 1914 per aiutare la causa interventista. Nel 1915 parte volontario per il fronte del Carso, dove cade nel 1915.
Libri di Scipio Slataper sono anche scaricabili gratuitamente dalla Biblioteca Italiana Giani Stuparich (Trieste 1891/Roma 1961)Dopo gli studi classici a Trieste, si iscrive all'università di Praga e Berlino, poi a Firenze si laurea in lettere e collabora alla rivista "La Voce"
Viene perseguitato per motivi razziali e fa parte della resistenza, rischiando nel 1944, di essere ucciso nel campo di concentramento della risiera di San Sabba a Trieste.
Giani Stuparich muore a Roma nel 1961.
Fulvio Tomizza (Giurizzani - Umago 1935/Trieste 1999)Studia a Capodistria, Gorizia e Belgrado. Nel 1935 si trasferisce a Trieste. Tutte le opere di Tomizza si concentrano nel problema della perdita d'indentità delle genti istriane, causata dalle varie vicissitudini storiche e dagli intrecci politici e razziali.
Seguono numerosissimi altri romanzi e racconti, oltre al saggi del 1995: Alle spalle di Trieste. Ne segnaliamo alcuni:
Tomizza lavorerà alla RAI, presso la sede di Trieste e a Roma, allo stesso tempo si dedicherà al teatro e collaborerà con diversi giornali sino alla morte avvenuta a Trieste nel 1999.
Contiunuate la lettura con altri autori e opere che riguradano la Venezia Giulia. |
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