Il suonatore di cornamuse passeggiava distrattamente per il mondo, con il suo strumento.
Adorava camminare in lungo e in largo, cercando di scrutare il volto delle persone e individuarci un poco di se stesso.

Suonava e camminava. Ma la musica che si ascoltava da lui non era una musica bella. Non in assoluto. C'erano quelli che la trovavano piacevole e quelli per cui risultava fastidiosa. Dipendeva dalle persone che ascoltavano.

Aveva due cornamuse: una per la musica triste ed una per la musica allegra. Una la portava con sé, l'altra la lasciava a casa, a seconda del suo umore.

Che poi la musica era sempre la stessa, non è che cambiasse poi tanto. Solo, l'approccio era un poco influenzato e la cosa, in certo qual modo, gli serviva per ribaltare la prospettiva.

Quel giorno aveva con sé la cornamusa per musica triste. Suonando tutto intorno, aveva capito che sarebbe stato più opportuno portare l'altra, perché la musica gli usciva piuttosto allegra. Gli succedeva spesso e non se ne curava. Tante volte una giornata iniziava in un modo e proseguiva in maniera del tutto diversa.

Lo sapeva bene.

Passò accanto ad una ragazza molto bella, la quale sorrise al suono della cornamusa. Quel giorno lei era triste e la musica, casuale ed istintiva del suonatore di cornamuse, la mise di buon umore.

Gli chiese: dove hai imparato a suonare questa musica così allegra?
Non ho imparato, disse lui, sto imparando adesso. Imparo ogni volta e ogni volta dimentico. E poi questa musica è diventata allegra, ma all'inizio era triste. Non te ne sei accorta?

- No. - Disse lei.

Dopo qualche giorno il suonatore uscì di casa con la cornamusa per musica allegra, con la ferma intenzione di suonare per la ragazza qualcosa di altrettanto bello.

Quando la incontrò, cominciò a suonare la stessa musica della volta precedente, sperando che fosse sufficientemente allegra.
Così da vederla sorridere ancora.
Ma la ragazza disse che trovava la musica triste e malinconica.

Gli chiese: come mai oggi suoni una musica triste?
Il suonatore di cornamuse non seppe dare una spiegazione poiché la sua musica era la stessa di sempre e, in più, egli aveva deciso di suonare in modo allegro, quel giorno.
Non era una musica triste, prima. Era allegra. Disse lui. Non te ne sei accorta?

- No. - Disse lei.

Quella musica era diventata per lei improvvisamente triste e di colpo non fu più ne triste ne allegra, perché lui suonava qualcosa che lei non distingueva più.
Eppure quella musica era esattamente la stessa.
Il suonatore divenne confuso e per un po' di tempo non seppe più quale strumento portare con sé.

Poi, passato un poco di tempo, il suonatore di cornamuse riprese a suonare la stessa musica per tutti, a volte allegra, altre triste. Suonava e camminava.
Tranne quando passava accanto alla ragazza bellissima.
Allora, per evitare che la musica potesse a lei sembrare allegra quando era triste e triste quando invece era allegra, allora, lui smetteva completamente di suonare.

Il silenzio non è ne allegro ne triste. E lei non potrà sbagliarsi.
Pensava.
Ma la ragazza non gli chiese perché non suonasse più.
Semplicemente, non gli chiese nulla.


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