Pericolo giallo
di Renzo Butazzi

 

"Scusi dottore, che cosa ha nel pacchetto?", mi chiese il tassista mentre stavo aprendo la portiera per salire. La domanda mi sorprese, ma siccome viviamo in tempi in cui abbiamo tutti il diritto di essere sospettosi, gli risposi pazientemente: "Formaggio, perché?".
"Che è formaggio me l'immagino, sulla carta c'è scritto 'casa del formaggio'" rispose il tassista un po' piccato, "ma non sarà mica con i vermi. Vede, dottore, il cliente per me è sovrano", proseguì scendendo dall'auto e richiudendo lo sportello prima che potessi entrare, "e con lui porto qualunque cosa. Serpenti, ricotte, scimmiette, cani, gatti, coniglietti, criceti, pentole di minestrone, pulci ammaestrate, extra-comunitari di ogni colore. Indovini cosa ho portato domenica scorsa. Provi, provi a dirlo. E' difficile, ma le do la possibilià di quattro risposte. Spari, su, ci provi. Bene, vedo che non le riesce; glielo dico io. Ho portato un sacerdote con una valigia e un ragazzino.
"Cosa c'è di strano, dirà lei. Anche i sacerdoti viaggiano e magari con il nipote. Di strano c'è che dalla valigia ha estratto un altarino, l'ampolla, l'ostensorio, i paramenti per sé e il ragazzino. Doveva andare a Busto Arsizio a trovare una zia ammalata e per risparmiare tempo ha celebrato la messa in macchina. Per questo si era portato anche il chierichetto
"Con il cliente sono comprensivo, collaboro. Ho ascoltato la predica in silenzio, ho risposto al sacerdote durante la celebrazione e dato mille lire al chierichetto.
"Però c'è una cosa che non porto e non porterò mai. Provi a indovinare. Le do la possibilità di tre risposte e sono sicuro che non indovina. Provi, provi. Vede che non ce la fa?
"Bene, glielo dico io. L'unica cosa che non accetto sul mio taxi sono i vermi, di qualunque genere. Sa perché? Perché potrebbero essere lombrichi. Se lei avesse un verme, anche uno solo, anche piccolo, anche imbalsamato, non la farei salire."
"Ma non ho vermi, come vede ho solo formaggio."
"Caro dottore, non è così semplice. Non ce l'ho con i vermi in generale, ma odio i lombrichi. Piuttosto che far salire un pescatore ci passo sopra con le ruote. Però come faccio a sapere se un verme qualunque non è anche un lombrico? I vermi del gorgonzola sono lombrichi più corti? Che ne so io? Io faccio il tassista, non il vermologo.
"Voglio sentirmi sempre sicuro. Nessuno che abbia del gorgonzola, per esempio, salirà mai sul mio taxi. E se il suo formaggio, dottore, avesse i vermi? E se questi fossero lombrichi o simili ai lombrichi o qualcuno li credesse lombrichi o loro stessi si facessero passare per lombrichi?
"Talvolta mi domando cosa farei se un cliente salisse con delle mele. Potrebbero avere il verne e chi mi dice se anche quello non può essere considerato un lombrico? Le mele di un tempo, intere non le avrei portate di sicuro. Avrei dovuto aprirle, controllare. Ora pare che le mele non facciano più il baco. Ma il gorgonzola?
"Sia gentile dottore, mi faccia vedere questi formaggi. E' questione di un minuto."

Il tassista appoggiò il pacchetto sul cofano e l'aprì con cautela. Annusò e guardò i miei acquisti con attenzione. In particolare scrutò nei forellini del panerone e nei buchi dell'emmenthal. Per fortuna non avevo gorgonzola. Soddisfatto dell'esame rincartò tutto per bene, mi aprì la portiera e appoggiò lui stesso il pacchetto sul sedile.
"Salga, salga pure dottore. Tutto a posto, niente vermi, niente lombrichi. Dove vuole andare?"

Mise in moto e ricominciò a parlare. "Lei crede che io non abbia mai voluto portare lombrichi, dottore? Dica la verità, lei pensa che i vermi mi facciano schifo, che abbia paura di sporcare la macchina, vero dottore? E invece non è così. Provi a indovinare perché‚ non voglio lombrichi qui sopra. Questa è proprio la domanda da un milione di dollari. Io il milione non glielo do, ma lei è bravo, ci provi. Su dottore, inventi qualunque cosa, dica quello che le viene in mente, può dare fino a otto risposte, tanto non indovina. Vede che non indovina?
"Glielo dico io dottore, perché non voglio lombrichi. I lombrichi sono stati la mia rovina, un incubo che mi ha tormentato per settimane, la causa di mille guai.
"Qualche anno fa clienti che trattavano lombrichi ne trasportavo parecchi, senza problemi. I lombrichi andavano di moda nell'agricoltura. Rappresentanti di lombrichi, allevatori di lombrichi, importatori di lombrichi, perfino ammaestratori di lombrichi. Finché un giorno feci salire un giapponese. Sembrava un giapponese qualunque, piccoletto, con i suoi occhi a mandorla e il colorito giallino. Era carico di macchine fotografiche appese al collo, due o tre borse e un barattolone sotto braccio. Pareva proprio un turista e invece sa chi era, invece, dottore? Provi, provi a dire. Può dare diciannove risposte. Se io fossi la TV le offrirei un premio di mille zecchini d'oro, tanto è difficile.
"Non indovina vero? Era uno scienziato della Futsubishi, specializzato in vermi di ogni genere. Il barattolone era pieno di lombrichi. Che c'erano lombrichi l'ho saputo dopo. Eh se c'erano lombrichi, se c'erano! Ma a quel tempo, anche se me ne fossi accorto subito, non ci avrei fatto caso, perché non avevo niente contro quei vermi.
"Sa come erano i giapponesi. Hanno cominciato copiando i prodotti inventati dagli altri e poi sono andati avanti finché non hanno imparato a fare i loro. Proprio quell'anno, oltre ai computer, gli aerei e le motociclette, quelli della Futsubishi avevano deciso di mettersi nei lombrichi, accidenti a loro. Così il giallo era salito nel mio taxi con quel barattolone di vermi raccolti in vari paesi europei. Poi in Giappone li avrebbero studiati e riprodotti, prima uguali e poi meglio di sicuro.
"Dopo un poco che era sceso, mi ricordo che si era fatto portare in via della Spiga, forse cercava qualche vestitino per i suoi fottuti lombrichi, sale una signora, bella formosa, con due gambe che non le dico e una scollatura favolosa. Un piacere a guardarla, quando mi fermavo ai semafori, ben'inteso, perché guidare il taxi è una responsabilità. La cliente voleva andare alla Rinascente, ma prima di arrivarci indovini che succede? Provi, provi dottore. E' difficile ma accetto fino a venticinque risposte. Se indovina le offro tregiorni di spesa alla Casa del Formaggio. Non ci riesce vero? In piazza San Babila, proprio all'incrocio con Montenapoleone, la signora lancia un urlo che tra poco saltavo sul marciapiede e si mette a strepitare 'che schifo, che sozzone, ma cosa tiene in macchina, mi è caduto in testa, fermi, fermi subito'.
"Accosto, freno, mi volto e la vedo che cerca di scuotere via un vermone che le si torceva tra le dita. Mi scuso, dico alla cliente che proprio non capivo da dove saltasse fuori quel verme. Figuriamoci, io che lavo il taxi e ci passo l'aspirapolvere tutti i giorni, che ci tengo il deodorante alla mela sempre fresco.
"La signora non mi ascolta nemmeno e mi sbatte in faccia il lombrico. Ancora non lo sapevo che verme era, ma poi l'ho capito benissimo che era un lombrico.
"Credevo fosse finita lì e di rimetterci solo il prezzo della corsa ma la signora lancia un altro grido che sembrava la stessero sbudellando. Si fruga nella scollatura e tira fuori un secondo vermone che cade sul sedile divincolandosi. La cliente spalanca lo sportello e scappa via, urlando che ero un maiale, uno sporcaccione, uno schifoso.
"La gente si ferma, qualcuno mi guarda con aria torva, qualcunaltro si mette a ridacchiare. E poi dicono che nelle grandi città la gente si fa sempre gli affari suoi!.
"Mi guardavano come se avessi dato fastidio alla cliente. Molestie sessuali si dice. Una figura che avrei voluto sprofondare... Per fortuna non c'erano vigili ne' poliziotti, che di sicuro mi avrebbero piantato qualche grana.
"Mentre sto per ripartire vedo vermi tra i pedali, sul volante sulla maniglia della portiera. Uno era perfino attorno all'immaginetta di Santa Teresa del Rosario, vede, questa che porto sempre appesa sul cruscotto. La macchina era piena di vermi.
"Mi metto a raccoglierli e li getto in un sacchetto di plastica, pensando di darli al mio Rudi che è fanatico per la pesca. Ne avrò presi una ventina quando mi chiamano per radio. Dicono che un giapponese disperato aveva dimenticato un contenitore pieno di lombrichi in macchina e mi stava cercando per mare e per terra.
"Dopo dieci minuti il giallo arriva su un altro taxi e si mette a gridare 'contenitole, contenitole' agitatissimo. Sa cosa era successo? Vuol provare a indovinare? Non se lo immagina certamente dottore, non lo crederebbe mai. Neppure se le concedessi trentuno risposte. Ma glielo dico io, glielo dico. Il contenitore era rotolato sotto il sedile e si era aperto. Così i lombrichi se ne erano andati a spasso per il mio taxi.
"Lo scienziato della Futsubishi si è messo a cercarli affannosamente, cacciava le mani dappertutto, alzava i tappetini, guardava sotto il cruscotto, dietro i parasole. Uno per uno li rimetteva nel barattolo e intanto contava, in giapponese, certo, ma si capiva proprio che stava contandoli. Quando in giro non ce n'erano più gli ho dato quelli che avevo messo nel sacchetto. Lui mi ha ringraziato con un bell'inchino e si è messo a contare anche quelli. Poi ha richiuso il barattolo avvitandolo molto stretto. Pensavo che fosse finita lì e che se ne sarebbe andato, magari lasciandomi una mancia. Non era colpa mia se aveva dimenticato il barattolo e se si era aperto. In fondo erano vermi, avrei anche potuto buttarli via. Mi aveva sporcato il taxi e quasi fatto arrestare.
"Invece sa cosa è successo? Provi a indovinare. Dica, dica a caso. Le concedo fino a cinquanta risposte. Non prova neppure? Allora glielo dico io cosa è successo. Il giallo si era accorto che gli mancavano tre lombrichi. Tle, tle, mi diceva sventolandomi tre dita davanti al naso. Abbiamo ricominciato le ricerche e quando ha trovato tre lombrichi schiacciati sotto il pedale della frizione ha dato fuori di matto.
"Pare che fossero i tre migliori, importantissimi per la riproduzione. Gridava 'tle veli toli, tle lomblichi da monta'. Si èmesso a piangere, credevo volesse fare karahiri. Poi è andato via minacciandomi, gridando 'danni glavi, glavissimi, denuncio te'.
"Il giorno dopo indovini cosa succede dottore. Questa è proprio difficile. Scelga lei quante risposte vuole tentare. Trenta, cinquanta, cento? Non prova neppure, vero? E' una cosa incredibile. Il giorno dopo ricevo la lettera di un avvocato che mi chiede settanta milioni. Venti a lombrico per distruzione di beni della Futsubishi e dieci per il tempo perduto da un loro dirigente nella ricerca dei beni superstiti. Secondo l'avvocato la colpa era mia. Se guidavo più piano e avevo le sospensioni buone il contenitore non si apriva e i lombrichi non uscivano.
"Lei non ci crederà, non lo indovinerebbe mai, non era ancora finita. Eh, no caro dottore. Sarebbe stato troppo bello. Dopo una settimana sono venuti a cercarmi due poliziotti per interrogarmi. Il giapponese mi aveva accusato anche di maltrattamenti agli animali.
"Non dice niente lei, dottore, lei sta zitto, lei pensa che con gli animalisti si chiuda, che il pericolo giallo sia svanito, che sia tutto qui? Nemmeno per idea. C'è il seguito. Provi a indovinare il seguito dottore, provi. Tanto c'è ancora tempo. Le posso consentire centododici risposte. Non prova neppure, vero? Non si sforzi, tanto non ce la fa. Il giorno dopo è arrivato un magistrato, con un meccanico, tre poliziotti della scientifica e un carro attrezzi. In mia presenza hanno controllato l'interno del taxi, hanno fatto un sacco di fotografie. Mi hanno fatto firmare un verbale in cui dichiaravo che dopo l'incidente non avevo apportato nessuna modifica ai comandi e poi si sono portati via la macchina.
"Mi hanno detto che la magistratura doveva stabilire se l'uccisione dei lombrichi era stata dolosa o colposa, cioè se lo avevo fatto apposta o per negligenza. Il taxi non me lo lasciavano perché avrei potuto inquinare le prove".
"Cercavo di prenderla con filosofia. Forse avrei potuto approfittare del riposo obbligato per farmi un po' di ferie. Altro che riposo, altro che ferie. E sa perché? Ha cinque risposte a disposizione. Macché è inutile. Anche se ne avesse cinquecento, quella giusta non la centrerebbe mai. Glielo dico io cosa succede ancora. La sera mi arrivano in casa due tizi in borghese. Mi sbattono in faccia un tesserino dei carabinieri. Mi dicono che sono di un servizio che si occupa di spionaggio industriale. Volevano sapere se conoscevo la Futsubishi, se avevo portato altri produttori di lombrichi concorrenti, se qualcuno mi aveva offerto soldi in cambio di vermi. Volevano sapere dove erano finiti i cadaveri del lombrichi deceduti. Mica dissero spiaccicati, dissero proprio così, deceduti.
"Quando si sono accorti che il mio taxi se l'era portato via la polizia per esaminarlo se la son presa con me, come se la polizia l'avessi voluta io. Hanno detto che avrei dovuto chiamare subito l'Arma. Le indagini sull'industria dei lombrichi riguardano l'Arma, lo sanno tutti, hanno detto. Poi hanno aggiunto che se ero d'accordo con la polizia per farli fessi me ne sarei pentito. Intanto mi avrebbero ritirato la licenza e la patente in attesa di altri accertamenti.
"I lombrichi mi avevano rovinato. Senza taxi, senza licenza, senza patente. Cosa potevo fare? Ho moglie e due bambini, caro signore. Mica lavoro per divertimento. Cosa avrebbe fatto lei? Dica, dica dottore, vediamo se lei avrebbe trovato una soluzione migliore. Non le viene in mente niente, vero? Glielo dico io cosa ho fatto. Ho dovuto accettare un accordo con la Futsubishi. Ora lavoro per i giapponesi. Hanno messo su una società di taxi, mi hanno fatto riavere licenza e patente e mi hanno rivenduto il taxi, di cui erano entrati in possesso come parziale risarcimento. Ogni mese mi trattengono una quota dello stipendio per rifarsi dei danni.
"Lei capisce dottore perché non la farei salire se avesse dei vermi con sé. Solo in un caso la farei salire con i vermi. In quale caso? Provi a indovinare. No questa è troppo facile, glielo dico subito. La farei salire se avesse gli occhi a mandorla e fosse giallo. Ai gialli non rifiuto niente. Ho paura:"

Eravamo arrivati. Il taxi fermò, pagai e scesi. Mentre stavo aprendo il portone sentii il tassista che diceva a un nuovo cliente: "Non è che per caso in quella scatola ci sono dei vermi? Non porto vermi ne' vivi ne' morti. Indovini perché..."

© Renzo Butazzi
Data invio: 26/06/2005
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