- Bia mi racconti una favola come fanno i terrestri! Nel film che ho appena visto, il terrestre raccontava la favola del burattino, mi è piaciuta sai?
- Dormi Ike, domani devo alzarmi presto per andare su Urano.
- Non ho sonno, raccontami una favola come fanno i terrestri con i loro bambini.
- Dormi Ike, io ho sonno e non conosco favole.
- Io non ho sonno e voglio che mi racconti una favola! - Smettila di fare i capricci o ti porto sul pianeta Chiap e ti lascio lì da solo.
- Raccontami una favola!
- Va bene, va bene, così capisci perché il pianeta Chiap è deserto: ti racconterò la favola dell'Aifrane.
- Cos'è l'Aifrane? - L'Aifrane era un enorme animale che viveva sul nostro pianeta, aveva una gran testa e dei denti enormi, pesava circa 3000 KL, aveva le ali e poteva volare anche per quindici ore, era anfibio, viveva bene sia in acqua che in cielo; benché fosse armato di lunghi denti, artigli e speroni, era erbivoro, molto intelligente e docile. Mio nonno mi raccontava che suo nonno ci giocava insieme da bambino, era molto diffuso sul nostro pianeta, anzi erano, si diceva, gli antichi abitatori del pianeta e si pensa che parlassero tutte le lingue dell'universo. Ci cedettero il loro pianeta per viverci, con gli anni non parlarono più, emettevano solo un lieve suono per comunicare fra loro. Come dicevo era molto diffuso sul pianeta ed era molto amato da tutti, veniva usato come animale di compagnia, dov'era possibile, dato che era alto due metri e lungo nove. Aveva bisogno di grandi spazi, con l'aumentare della popolazione e l'espandersi delle città, le campagne erano diminuite tanto, ma non era un problema perché l'Aifrane si cibava di alghe e di erbe marine. Molti altri animali che vivevano sul pianeta erano strettamente legati a loro, alcuni si cibavano dei loro escrementi mantenendo anche le città pulite ed altri si cibavano dei loro parassiti. A rompere quell'armonia ci pensarono i nostri scienziati. Eravamo in guerra con il popolo che abitava il pianeta Chiap. Stavamo subendo molte perdite e allora pensarono di sfruttare l'enorme mole e la forza dell'Aifrane che aveva una corazza durissima e enormi potenziali di offesa; ne portarono così un centinaio in dei laboratori, li trattarono con droghe e li cibarono con i corpi di prigionieri di Chiap. Poi gli Aifrane carnivori vennero portati su Chiap e lanciati contro il nemico, la vittoria fu schiacciante, distrussero tutto ne mangiarono a centinaia, buttavano giù qualsiasi cosa pur di trovare cibo, poi vagavano nelle città, ormai padroni del pianeta, se qualche superstite cercava di uscire veniva subito sbranato. Ma i nostri scienziati non avevano previsto una cosa: l'avvicinarsi della stagione degli amori. Come mossi da una molla gli Aifrane incominciarono ad accoppiarsi dappertutto, ma le femmine su Chiap erano in minoranza e i maschi intrapresero fra loro un feroce combattimento che in alcuni casi portò alla morte degli esemplari più deboli. Per natura gli Aifrane erano molto timidi e riservati, si accoppiavano in luoghi isolati o in mare, non lottavano mai per la femmina, i più giovani non si accoppiavano se non c'erano femmine disponibili. I maschi che non trovarono compagne su Chiap dopo brevi attacchi fra loro si alzarono in volo verso casa, facendo scoprire che erano in grado di volare per molti giorni e notti senza sosta; giunti sul pianeta affamati si cibarono di chiunque trovassero sul loro cammino, donne, bambini, poi si accoppiarono in modo feroce dappertutto e così fecero dopo un po' di esitazioni anche i loro simili, comunicarono fra loro e cominciarono a distruggere e a divorare chiunque.

Presto i nostri capi si resero conto di aver creato dei mostri o risvegliato la loro vera natura; si alzarono in volo i caccia e si mobilitò l'esercito, non c'erano alternative, non c'era scelta, li dovevamo uccidere tutti. La guerra fu cruenta e terribile, durò circa una settimana. Sembrava che le cose dovessero andare per il verso giusto: avremmo vinto noi. Sul pianeta restavano poco più di una ventina di Aifrane feriti e altrettanti se ne contavano ancora in volo sulle città. Gli Aifrane erano allo stremo delle forze e continuando di quel passo sarebbero finiti decimati in poco tempo. Certo anche noi avevamo subito delle perdite ingenti: durante quella guerra imprevista intere città vennero rase al suolo e si contarono centinaia di migliaia di vittime.
All'alba di quello che si pensava dovesse essere lo scontro finale... la grande sorpresa. Una voce potente fu udita su tutto il pianeta, diceva: "Noi vi abbiamo accolti dandovi tutto, eravate zingari senza dimora, avete vissuto e vi siete moltiplicati in pace sul nostro pianeta, ora per ringraziarci ci volete sterminare, siete traditori ingrati, torneremo ad essere i padroni della nostra terra e voi sarete ripagati a dovere".
Subito dopo la voce si trasformò in un urlo che fece tremare le case, poi gli Aifrane feriti si lanciarono in mare e gli altri volarono verso lo spazio sparendo per sempre.

- Quanto tempo fa?
- Circa 150 anni fa.
- E non li avete più trovati, nemmeno in mare?
- No Ike, ma dormi adesso.
- Non sono più tornati da allora?
- No! Dormi adesso.
- Ma torneranno e ci divoreranno?
- No, spero di no.
- Non mi è piaciuta questa favola, è brutta e triste.
- Lo so, lo so, purtroppo le favole non sono tutte belle.
- Quelle terrestri sì.
- Dormi Ike, dormi, è tardi.
- Mi racconti quella del burattino terrestre?
- Domani, ora dormi.
- Va bene Bia, ma era brutta... brutta...


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