Il posto pareva adatto, quasi perfetto.
Occorreva consolidare i punti in cui la struttura avrebbe scaricato il peso e le tensioni maggiori.
Sì, ci sarebbe voluto un po' di lavoro, ma ne sarebbe valsa la pena.
Questo pensiero gli era balenato nella mente una volta giunto sul sito dove avrebbe iniziato ad erigere la struttura.
Questo era accaduto il giorno prima, verso il tramonto, con la luce radente che spazzava l'erba che ondeggiava lentamente.
Aveva lavorato tutta la notte, sperando di poter essere pronto per l'alba. Doveva essere pronto per l'alba.
La struttura avrebbe reso il massimo in quel momento della giornata.
Aveva valutato i campi magnetici e la traiettoria del sole.
Aveva saggiato la forza del vento e il grado di umidità dell'aria.
I dati raccolti erano confortanti. Ogni elemento sembrava incoraggiare l'inizio dei lavori.
Al buio, aiutato solo dalla luce lunare, dall'esperienza e dalla propria forza, aveva assemblato la grande struttura.
Il materiale non mancava. Lui era giovane, forte e motivato.
Ma doveva finire il lavoro prima che il sole fosse sorto.
Dapprima aveva fissato le strutture portanti a solidi ancoraggi. I punti di appoggio erano stati scelti con cura.
Nonostante tutto, per ben due volte, aveva dovuto rivedere il progetto originario.
Sulla struttura portante aveva fissato le strutture secondarie, stando ben attento a non sbagliare l'assemblaggio. Gli angoli di incidenza di ogni singolo elemento dovevano essere perfetti, per non pregiudicare la robustezza finale del lavoro.
Il lavoro era proceduto senza grossi inconvenienti.
Solo, ogni tanto, il costruttore si era dovuto fermare, immobile.
La notte in generale è meno pericolosa del giorno.
Ma anche con il buio qualche mostro poteva sbucare da un momento all'altro a complicargli la vita.
Il sole cominciava a sorgere ma la struttura era terminata.
Il costruttore la ispezionò per l'ultima volta saggiando la tenuta delle giunzioni e provando la robustezza degli elementi di raccordo.
Si portò al centro della struttura, là dove nascevano tutte le forze e da dove si poteva controllare tutta la costruzione.
Ai primi raggi di sole il mondo si stava ridestando.
Le informi creature notturne si rintanavano, l'aria e la terra diventavano il regno delle creature diurne.
Il sole ormai si era completamente alzato sull'orizzonte.
Improvvisamente tutto cominciò a tremare, prima in modo impercettibile, poi sempre più forte.
Il costruttore si allarmò.
Forse una tempesta?
La vibrazione aumentò di intensità.
Torme di bestie cominciarono a sfrecciargli davanti, terrorizzate. Tutte fuggivano nella stessa direzione, a balzi, correndo, strisciando.
Incespicavano nella vegetazione, si scontravano tra loro. Alcune si fermavano all'improvviso, disorientate, poi tornavano a fuggire.
Il costruttore rimase all'interno della sua struttura, stolido.
Ogni elemento della costruzione vibrava sempre più forte, ondeggiava, ma non cedeva.
Aveva fatto un ottimo lavoro.
Il terribile tremore raggiunse un'intensità irresistibile, ma fu sovrastato da un boato angosciante.
Come quello di un uragano. Come quello di un'enorme frana. Come quello che nessuna creatura di questa terra avrebbe mai potuto produrre.
Improvvisamente il cielo si oscurò e un primo punto di ancoraggio della costruzione cedette di schianto.
L'infaticabile operaio corse a porre rimedio al cedimento, ma mentre lavorava agitato, uno squarcio si produsse nel lato opposto della struttura.
Un elemento portante si era spaccato come nulla fosse. Una sezione secondaria sembrò polverizzarsi sotto gli strumenti del costruttore, il quale cercò di tenere assieme le parti con il suo corpo.
Si alzò un vento spaventoso, nauseabondo e fortissimo.
Un vento innaturale.
La costruzione non poteva resistere ancora a lungo.
Il costruttore fu strappato dalla sua opera come se fosse stato privo di peso.
Improvvisamente sentì un dolore atroce, ma non riuscì a capire da quale parte del suo corpo provenisse.
Fu colto dal vento maligno e sbattuto attorno, come un granello di polvere.
Poi tutto cessò.
Il vento si placò di colpo e il sole riapparve.
Il rombo calò d'intensità e sembrò allontanarsi.
La vibrazione scemò lentamente.
Tutto attorno era solo distruzione e desolazione.
La vegetazione, spappolata, massacrata, era sparsa in giro. Irriconoscibile.
Qua e là si scorgevano frammenti degli animali che vi avevano cercato rifugio.
Se qualcuno avesse potuto sollevarsi un poco da terra, avrebbe potuto vedere una motofalciatrice allontanarsi nel campo.
Se qualcuno avesse potuto appoggiare lo sguardo sul terreno, avrebbe potuto vedere un piccolo ragno muoversi a rilento, trascinando dietro una zampa mozzata.


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