Pause di vita
di Udrol

 

La sottile ombra sul mio letto balla spettralmente indicandomi i tempi e i luoghi del mio vivere: è sempre stata con me ed insieme, ormai lo so, attraverseremo le vie che da mortale mi condurranno all'eterno.

Da bambina i suoi occhi mi presero e il suo sorriso mi afferrò come un morso nella notte: mi attraeva la sua eleganza, la sua uniforme e la giovane età della sua morte.

La lapide di unakite verde e martellata sigillava la sua giovinezza ed una foto dalla cornice blu, quasi lapislazzuli, reggeva il suo aspetto da vitale; mi piaceva e lo sognavo, come anima s'impossessò di me e del mio orgoglio di vivere.

Quasi duro a dirlo lo amavo, lo rispettavo ed ogni volta che pensavo a lui ritornava forte ed impetuoso l'odore di rosa dove non esistevano fiori, e le ombre allungate si dilatavano alla luce d'un uomo che tornava alla vita.

Era in pausa di vita, ne ero certa, ed aveva trovato me, la sua ragione, dentro un filo di fumo d'un mattino grigio di primavera, s'era ancorato al mio affetto ed adesso aveva un motivo per deporre le sue ore di pausa e tornare tra noi.

Cominciò a comparire nelle ali di fuoco di un mattino d'inverno nel mio camino che ballava strano e assumeva sempre più forme ed animazioni non consuete.

Mi osservava e mi riscaldava: era incredibile il senso di protezione che mi proveniva ed in ogni modo voleva comunicare la sua presenza, il suo risveglio senza tempo, perché tale poteva essere solo colui che era finito in pausa di vita precipitando in un volo militare d'una battaglia alla fine persa.

Mi ha posseduto in tante fasi della mia vita con segni strani e cigoli incongrui sino il giorno delle mie nozze, quando emerse dal nulla per avermi per sempre.

Quella notte di nozze celebrai l'amore vitalizio e duraturo con un uomo che era vissuto e morto vent'anni prima della mia nascita, uno specchio di me che usciva dal suo anonimato per palesare la sua presenza.

*

Siamo nuovamente alla sottile ombra che balla spettralmente sul mio letto da sposa, allungo gli occhi e a terra vedo Pietro, mio marito, attonito e pietrificato ed io che da sempre ho saputo che sarebbe venuto a prendermi lo aspettavo cauta con il negligé per l'amore pronta ad essere posseduta per sempre dallo stesso uomo.

Ansioso s'agitava attorno a letto una fiammella che assumeva forme e dimensioni talvolta del suo viso ed il suo passaggio gelava le anime ed inorridiva le coscienze: urlavo "Non posso" ed il freddo colpiva le mie mani, gemevo "Vorrei" ed il suo passaggio caldo e pregnante mi circondava come la plastica circonda un cadavere, scuotendo l'anima e la mia teatralità.

Non è facile fare l'amore con un fantasma, ma, ho notato, che ciò che si prova tra le cosce ed intorno a cuore non cambia d'intensità: lo volevo, volevo lui per sempre.

Da due anni sono in coma, o pausa di vita, per un attacco cardiaco, queste memorie le scrive lui insinuandosi nella mente di uno scrittore folle e mal pagato ed attendo che si apre la porta del mio contatto.

*

Giorno xx di Noxxxxxxx

Si è aperta la porta. Sono con lui.

© Udrol
Data invio: 18/06/2007
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