La scelta

Quali sono i vostri piccoli piaceri della vita? Per me io direi: accarezzare il pelo di un gatto, ascoltare Ella Fitzgerald dopo una giornata di lavoro, bersi una gustosa tazza di tè con latte e deliziosi biscotti e immaginare di essere seduti sul verde prato di Hyde Park a Londra, guardare alla tv "Sex and the City" e inevitabilmente fantasticare su un possibile viaggio a New York, pianificare da gennaio, le tue vacanze estive possibilmente non a Sharm el Sheik!
Cosa ci spinge a scegliere una località rispetto ad un'altra, i mass-media?
Cosa ci fa scegliere Sharm el Sheik, dove ormai senti parlare solamente italiano e il più delle volte ti ritrovi come vicino d'ombrellone, il tuo parrucchiere o il vicino di casa?
Cosa ci spinge a fotocopiare e banalizzare le nostre vacanze? Secondo me, scarseggia la fantasia è la voglia d'avventura, comprendo benissimo che si scelgano mete di questo tipo poiché sono economiche, ma mi chiedo come tante persone scelgano di farsi rimbecillire nei villaggi turistici, sparsi ormai in tutto il mondo, dove la tua giornata è scandita dai balli, dall'aerobica, dai giochi e non dimentichiamo dal cibo, sempre in abbondanza, magari pietanze italiane, per non farti dimenticare l'Italia, ma se vado a Sharm El Sheik o altro sito, sarà anche perché voglio staccarmi per qualche giorno dagli spaghetti, no!
Vorrei sapere cosa le persone si aspettano da posti come questo, cito Sharm El Sheik perché ogni volta che scelgo di farmi un viaggio la gentile impiegata della mia affezionata agenzia di viaggio mi pone la stessa domanda: «Che ne dice di una bella vacanza rilassante a Sharm El Sheik?».Ogni volta garbatamente rispondo: «Preferisco il Nord dell'Europa, mi piacciono le basse temperature,
anche d'estate». Per me non è necessario raggiungere mete troppo lontane, oltrepassare mari e oceani è necessario conoscere bene l'Europa e dopodiché avere la curiosità di visitare tutto il resto.

Londra, 1997

Natale 1988, mia madre mi regalò un mappamondo bellissimo, mi ricordo ancora
il grosso scatolone e la carta con cui era stato impacchettato, ero
contentissima, anche perché mi sarebbe servito per studiare meglio la
geografia, ma la cosa che mi piaceva più fare, era farlo girare e puntare il
dito a caso, su un continente, ogni volta che lo giravo e puntavo il dito, il
mappamondo si fermava in Europa e mi capitava spesso di trovare il mio dito
puntato sull'Inghilterra.
Ho incominciato ad amare l'Inghilterra quando ho iniziato a studiarne la lingua
nel 1991, mi affascinavano le immagini riportare sui libri e i colori della sua
bandiera.
Ho continuato a coltivare quest'amore, nel corso degli anni, fino al maggio del
1997, quando decisi di prenotare la mia prima vacanza estiva in Inghilterra,
facendo una tappa di due giorni a Londra per poi arrivare a Edimburgo, dove
avrei soggiornato in college, per tre settimane.
Ricordo bene la partenza da Milano, era la fine di luglio dell'estate 1997, più
precisamente il 26, una giornata che ricordava l'autunno, per la temperatura
non troppo alta e il cielo nuvoloso, con me una grossa valigia blu e uno
zainetto giallo, con profili grigi, un cappellino bianco e tanta voglia di
lasciare l'Italia, anche se solo per tre settimane.
Fu un volo piacevole, ricordo lo stupore di fronte alla vista, per la prima volta, del Canale della Manica e l'avvicinarsi delle coste, i primi tratti di campagna verdissima ed infine l'avvicinarsi della tanto agognata meta: Londra.
Una delle sensazioni più belle che ricordo e quanto l'hostess aprii il portellone e per la prima volta credo di aver respirato aria di casa, è difficile spiegare questa sensazione a parole, ma vi posso garantire che da quel momento ho iniziato ad amare, ancora di più, tutto quello che è British!
Trovai l'uscita di quel grosso aeroporto con notevoli difficoltà, raggiunsi poi il parcheggio, dove avrei aspettato il pullman, che mi avrebbe portato al centro.
Il pullman era di colore verde, con sedili in velluto a righe verdi e marrone, kitsch ma confortevole, il viaggio verso il centro durò quarantacinque minuti, durante i quali ricordo di aver osservato, con cura, ogni minimo dettaglio della periferia, grosse fabbriche e depositi di bevande, case con mattoni
rossi, piccole finestre laccate bianche, giardini colorati da altalene e scivoli e panni stesi su fili da un capo all'altro di staccionate di legno scuro.
Era ormai sera è cominciavano ad accendersi luci colorate delle insegne dei pub, osservai le case, chiedendomi come si potesse vivere in spazi così piccoli, mi piaceva però, l'idea di vederle tutte allineate, non una più alta o bassa dell'altra, con il tetto grigio, i mattoni ingrigiti dallo smog, con gli stessi colori, fiori e piccoli arbusti nel giardino intanto pensavo all'Italia, al paese in cui vivo, dove ogni casa occupa un grande spazio e facevo il paragone, immaginando spazi simili anche nel nostro paese.
Vidi moltissimi prati, di colore verde intenso, piccoli campi da golf e piscine pubbliche, quasi a ridosso della ferrovia.
Mi avvicinai al centro e la prima cosa che mi colpì, erano gli enormi polmoni verdi della città e notai come le strutture moderne si fondessero gradevolmente a quelle antiche e al paesaggio, non conoscevo ancora il centro o meglio lo conoscevo attraverso il numero di "Meridiani" che mia sorella mi aveva comprato, giusto per l'occasione, mi erano rimaste impresse alcune immagini di monumenti, uno in particolare, un grosso arco bianco con fregi di battaglia.
Non ne ricordavo il nome, semplicemente mi piaceva, esso si trovava all'imbocco di due delle strade più importanti di Londra, una di queste mi avrebbe poi condotto verso l'hotel dove avrei pernottato.
Questa strada, piena di negozi di lusso, gallerie e grandi magazzini, adornati splendidamente, vetrine brulicanti d'oggetti e luci, uno in particolare mi colpì, un edificio vicino ad una piccola chiesa con giardino, a più piani, con vetrine incorniciate di blue e verde chiaro, all'interno dei bellissimi elefanti adornati di tessuti preziosi e gemme.
Stavo per raggiungere l'hotel, dove avrei pernottato, non sapevo esattamente dove mi trovassi, ma sentivo dentro di me, che quella strada l'avrei percorsa per molte volte nel corso della mia vita, ancora non sapevo che al "termine" di quella strada avrei trovato, la piazza più affollata e colorata di Londra, Piccadilly Circus.
Era ormai buio e dal piccolo finestrino intravidi i primi cartelloni pubblicitari illuminati di rosso e giallo, grandi insegne pubblicitarie di bevande e di junk food, pubblicità di spettacoli teatrali, la fontana e la statua di Eros, mi resi conto di essere arrivata finalmente alla meta, Regent's Palace Hotel, Piccadilly Circus.
La piazza è in realtà un crocevia di strade, me ne resi conto solamente più tardi quando scesi dal pullman, ricordo l'asfalto bagnato e le luci dei cartelloni che si riflettevano nelle piccole pozzanghere, un misto di colori gradevoli, ricordo il profumo degli hamburger e delle ciambelle ricoperte di glassa rosa, la musica e la folla seduta sui piccoli scalini della fontana di Eros, i punk e le sensazioni che ho provato sono difficili da esprimere a parole, poiché si era realizzato un piccolo sogno, essere a Londra per la prima volta, scoprire un mondo nuovo e scoprire la città che ancora oggi considero in parte mia, poiché per alcuni aspetti mi assomiglia, perché la musica e l'arte sono sempre presenti e perché mi fa sentire bene ogni volta che ci ritorno puntualmente ogni anno, almeno per qualche giorno, per assaporare le novità e la quotidianità delle cose diverse dal nostro stile mediterraneo!
Presi velocemente la valigia e lo zainetto giallo e percorsi qualche metro, fino a raggiungere l'entrata dell'hotel, ricordo di aver percorso questi pochi metri con il viso rivolto verso l'alto, osservando le luci abbaglianti dei cartelloni pubblicitari, raggiunsi la hall dell'albergo, affollata, presi le chiavi della camera, ricordo il n.ro, 404.
La camera si trovava al quarto piano, percorsi lunghi corridoi, foderati di moquette rossa, la raggiunsi e appena entrata, mi affacciai alla piccola finestra bianca, dipinta da poco, si poteva ancora avvertire l'odore di vernice fresca, restai ad osservare i tetti e le costruzioni adiacenti, ero molto incuriosita da quello che avrei potuto scoprire uscendo.
Scesi le scale velocemente, per raggiungere la hall e decisi di buttarmi tra la folla e il rumore seducente di Piccadilly Circus, ricordo di aver fatto il giro di tutta la piazza, non conoscendo le strade non mi rendevo conto di quello che avrei potuto scoprire solamente spostandomi di pochi metri e allora decisi di perlustrare Piccadilly, in ogni suo dettaglio, osservando la gente, nei gesti più comuni, ascoltando la musica suonata da alcuni artisti di strada, seduti sui gradini della fontana di Eros, osservando con curiosità le creste dei Punk, coloratissime.
Facendo il giro della piazza, vidi una fontana posta all'angolo di un palazzo, di marmo bianco, mi colpi la maestosità delle sue statue, che raffigurano quattro cavalli con zampe robuste e stupende criniere, mi ricordo che stetti ad osservare tutti i particolari e mi lasciai bagnare il viso dagli schizzi.
Questa fontana è per me un portafortuna, ogni volta che vado a Londra, butto una moneta o semplicemente mi fermo a pensare a qualcosa che vorrei ardentemente per il mio futuro e devo dire che fino ad oggi, questo gesto, mi ha spesso, portato fortuna.
Soddisfatta della mia breve escursione, ritornai all'hotel e con serenità chiusi gli occhi per la prima volta sotto il cielo di Londra, lasciai le tende di colore blue e gialle aperte, in modo da poter osservare il cielo, sino al mattino seguente.
Il 27 luglio 1997, incominciò con l'assaggio di "eggs and bacon", nel grosso ristorante al piano terra dell'albergo. Ricordo che fu una giornata piacevole per l'abbondante English Breakfast e per il vento tiepido che soffiava, leggero sulla città.
Lasciai l'hotel verso le 9:00 e raggiunsi la metro di Piccadilly, scesi le scale per raggiungere i binari, non conoscevo le linee e guardai con "terrore" il tabellone, con voce tremolante e con una pessima pronuncia, chiedi al box informazioni un biglietto per la zona 1 e 2 e prima di scendere verso i binari, mi guardai intorno, mi ricordai di aver letto che mi trovavo in una delle prime stazioni che furono costruite agli inizi del secolo scorso, infatti si potevano ancora notare, le mattonelle in stile Liberty.
Scesi alla fermata di Westminister, ricordo di aver fatto pochi scalini per raggiungere la strada e senza rendermi conto mi ritrovai davanti al Big Ben e a The House of Parliament.
La giornata nuvolosa, brillò alla vista di tanta lucentezza, la prima cosa che ricordo è che in qualche modo il Big Ben e The House of Parliament sono monumenti che ti catturano certamente per la bellezza dell'architettura, ma ancora di più, per la sua posizione sul fiume.
Passai molto tempo ad osservane tutti i particolari, dopodiché andai verso Victoria Tower Garden, un piacevole giardino con grandi piante, tinte di verde scuro e un manto erboso rasato alla perfezione, mi sedetti sulla recinzione che da sul Tamigi e assaporai la bellezza di quel luogo.
Decisi poi di attraversare la strada e andai verso un altro giardino, più piccolo, alla mia sinistra si trovava Westminister Abbey in tutta la sua maestosità. Mi soffermai ad osservare la facciata neo-gotica, ed entrai per qualche minuto godendomi la tranquillità di quel posto magnifico, nel pieno
centro di Londra.
Avevo ancora molte cose da vedere, decisi di proseguire la mia visita camminando, per scoprire i tutti i particolari delle vie, senza tralasciare neanche la più piccola. Mi orientai facilmente, percorsi prima Parliament Street e poi Whitehall per raggiungere Trafalgar Square, passeggiai osservando
i maestosi edifici del governo inglese, dando uno sguardo al n.ro 10 di Dowing Street, proseguii fermandomi ogni tanto, per guardare indietro, per dare ancora uno sguardo veloce, al Big Ben.
Da lontano Trafalgar Square è una piazza maestosamente bella, ordinata nella caoticità del traffico e delle persone che l'attraversano, a centinaia da tutti i lati, la cosa che ti colpisce di più sono le due grosse fontane ricche d'acqua e l'altissima colonna dove si trova la statua dell'ammiraglio Nelson,
tutto in quella piazza è scenografia, grazie anche agli splendidi palazzi che la circondano.
Feci il giro di tutta la piazza, osservandoli, la maggior parte di loro ospita sedi d'ambasciate e edifici religiosi, ma sicuramente il punto strategico di questa vasta piazza, è la National Gallery, un grosso edificio a più corpi. La National Gallery è un posto magico poiché è uno dei punti strategici, dove si può osservare il Big Ben, poiché è incorniciato dai palazzi sullo sfondo, ovviamente la National Gallery non è solamente questo, quando entrai, rimasi colpita dalle numerose stanze colme di quadri e pale, molte opere italiane tra cui la mia preferita, situata vicino ad alcune opere di Giotto.
Rimasi folgorata da tanta bellezza, osservai quel quadro, sola per qualche minuto, ne catturai i colori scuri e la bellezza dei visi.
Con nostalgia lasciai quell'edificio, stupendo, con la promessa che ci sarei ritornata, molto presto.
Scesi la scalinata destra dell'edificio e andai verso una deliziosa chiesa dal nome Saint Martin in the Field, essa si trova in un angolo di Trafalgar Square, osservai i fregi della facciata, ma la cosa che mi colpii di più, era la musica che proveniva dalla portone principale, riconobbi che era jazz e ascoltai qualche brano, prima di fermarmi, per una breve pausa.
Feci il giro della piazza e percorsi Heymarket, la strada che mi avrebbe condotto all'hotel e mi fermai a guardare i cartelloni pubblicitari dei musical, rimasi colpita dalla varietà degli spettacoli in scena.
Mangiai velocemente un hamburger attraversando Piccadilly C., non si può descrivere la quantità di persone che la attraversano nelle ore centrali, feci uno slalom per raggiungere l'hotel dove recuperai la macchina fotografica, dimenticata sul letto, nella mattinata.
Molte volte mi capita volontariamente di dimenticare la macchina fotografica, forse perché voglio che tutte le immagini rimangano impresse nella mia memoria, normalmente mi capita di utilizzare la macchina fotografica solamente per cogliere, i particolari, nelle cose e nelle persone.
Mi ributtai nel traffico frenetico e percorsi per qualche metro Piccadilly St., una delle strade più lunghe e affollate di Londra, essa ti colpisce per il lusso delle vetrine delle più note case automobilistiche, delle gioiellerie e per la bellezza dei negozi e delle piccole gallerie, ma allo stesso tempo Piccadilly è uno dei luoghi dove si può anche essere informali, si può gustare un sandwich da "Pret a Manger" per esempio e per qualche minuto sedersi a guardare il traffico e la moltitudine delle persone che la percorrono, a tutte le ore, personalmente adoro Piccadilly, perché non mi stufo mai di percorrerla.

Camminai fino ad arrivare all'imbocco di Green Park, percorsi una piccola strada curiosamente asfaltata di rosso, rimasi a fissare l'intensità dei colori, appoggiandomi ad una ringhiera di colore nero.
Proseguii la strada asfaltata di rosso, per arrivare a Buckingham Palace, attorno a me molti londinesi e altrettanti scoiattoli!
Varcai un grosso cancello nero con profili dorati e osservai il monumento alla Regina Vittoria, imponente nel suo basamento bianco e nella statua, interamente dorata e mi avvicinai a Buckingham Palace, osservai l'austerità della sua facciata, notai il pennone con l'Union Jack alzata, i reali si trovavano a palazzo.
Feci un giro intorno alla "piazza" fotografando i colori accesi dei fiori blu, rossi e bianchi disposti, su aiuole, curate in ogni particolare.
Proseguii il cammino attraversando Saint James Park, che con Green Park incornicia splendidamente Buckingham Palace.
Notai che lo spazio a differenza di Green Park è diviso da piccoli stagni e giochi d'acqua e offre una migliore veduta del Palazzo. Camminai lentamente, fissando nella memoria tutti i particolari e guardai incuriosita i pellicani attraversare i vialetti.
La tranquillità di quei posti contrastava magnificamente, con il traffico e i rumori della città che fremeva a pochi metri da li.
Percorsi The Mall, un lungo viale asfaltato di rosso dove i londinesi fanno principalmente jogging e gustano hot-dog con cipolla, camminando sui vialetti polverosi, lo percorsi tutto fino a raggiungere un grosso arco bianco, che mi avrebbe nuovamente condotto a Trafalgar Square.
Raggiunsi la chiesa di Saint Martin, dove mi ero fermata ad ascoltare alcuni brani jazz e raggiunsi la stazione di Charing Cross, un grazioso edificio in stile vittoriano, li acquistai una rivista e un trancio di apple pie, che mi ustionò il palato al primo morso!
Percorsi Charring St. , per arrivare a Covent Garden, li trovai una splendida struttura di vetro e ferro, scesi una delle piccole scalinate per raggiungere alcuni negozi caratteristici e mi sedetti ad un piccolo tavolo, anch'esso di ferro e ascoltai le dolci note di due magnifici violinisti, vestiti da clown.
Mi trovavo nel cuore della musica di Londra, feci qualche passo attorno alla piazza e alle piccole vie adiacenti, scopri che vicino a Covent Garden si trova la zona dove c'è la maggiore concentrazione di teatri e cinema, mi trovavo a pochi passi da Aldiwch.
Tornai su Charing Street e andai verso questa zona, incontrai dopo pochi metri, sulla destra, un piccolo teatro che rappresentava un musical di Bob Fosse, "Chicago", entrai per chiedere informazioni sugli spettacoli e rimasi a guadare le foto in bianco e nero appese alle pareti.
Feci ancora qualche passo a piedi per Aldwich e ritornai poi su Strand per arrivare a Victoria Embankment, passeggiai lungo il Tamigi, osservando le piccole imbarcazioni passare, il vento soffiava forte lungo il fiume, restai lì fino al tramonto.
Se qualcuno mi avesse chiesto, che cosa fosse per me la felicità, io avrei certamente risposto, che è un mix di sensazioni di benessere, che avevo raggiunto proprio in quel momento, semplicemente seduta ad osservare la città che più di tutte mi da entusiasmo, per la sua non ordinarietà delle persone e delle cose.
Si stava facendo sera e decisi di tornare verso Piccadilly, seguendo lo stesso percorso, cenai gustando, "fish and chips" a Hyde Park, presi uno degli sdrai a disposizione e fissai il cielo per qualche minuto e sognai di rivivere quella scena, ancora per molte volte.
Ritornai su Piccadilly, raggiunsi la Royal Academy of Arts, dove ogni estate, si tengono alcune mostre di arte contemporanea cui gli appassionati non possono mancare, mi fermai lì per dare uno sguardo al programma e poi prosegui il mio camminino per raggiungere l'hotel.
Raggiunsi la camera e per prima cosa aprii le tende, come avevo fatto la sera precedente, osservai il cielo nuvoloso e organizzai l'itinerario per il giorno seguente.
Il 28 luglio 1997 incomincio con lo stesso rituale, stessa English Breakfast, abbondante di bacon, un nuovo itinerario però, ricco di luoghi da scoprire.
Uscii presto quella mattina, attraversai una Piccadilly C. semi deserta e raggiunsi Trafalgar Square, osservai il Big Ben dalla National, per qualche minuto.
Proseguii per Strand, fino a arrivare a St.Paul's Churchyard, visitando St.Paul's, magnifica cattedrale, che si erge tra la modernità della City, splendida, con la sua grande Cupola, una delle più grandi, dopo la cupola di San Pietro.
La facciata della Cattedrale, era parzialmente coperta da grandi teli, poiché in fase di restauro, ma si poteva osservare, in ogni caso una parte già ripulita dallo smog.
Dietro la Cattedrale, un grazioso giardino con aiuole di fiori colorati, ne ricordo diverse tonalità di rosa e azzurro. Proseguii il cammino per arrivare a Tower of London e Tower Bridge, osservando i numerosi edifici della City e osservando un campione di inglesi, stretti nei loro completi neri o grigi, in una mano stringevano la 24 ore e dall'altra un grosso bicchiere di carta, fumante di caffè...
La City è uno dei luoghi più formali della città, ma non mi sentivo a disagio, molti inglesi in tenuta sportiva la attraversavano come me, per raggiungere il Tower Bridge, forse per prolungare il loro jogging mattutino...
Raggiunsi Tower of London e Tower Bridge camminando per qualche chilometro e feci un giro intorno a tutta la fortezza medioevale, osservando incuriosita i grossi corvi neri che sembravano davvero difendere, come leggenda vuole, questa splendida struttura.
Costeggiai la Torre, passeggiando sulla promenade che costeggia il fiume, osservai il Tower Bridge nella sua interezza e continuai la passeggiata raggiungendo il ponte.
Il Tower Bridge, considerato uno dei più bei ponti d'Europa, mi colpii per la bellezza della sua struttura in stile gotico-vittoriano e per i suoi colori, azzurro, bianco e rosso, che gli danno un aspetto quasi fiabesco, nonostante sia un ponte in grado di aprirsi al passaggio delle navi in soli 90 secondi!
Lo percorsi tutto, credo un paio di volte, mi piaceva così tanto e poi mi ricordava alcune scene di alcuni film, dove è sempre ripreso, mentre la gente lo percorre frettolosamente, invece io decisi fermai a godermi tale vista, in un piccolo parco adiacente, per scattare qualche fotografia.
Feci poi qualche passo nei dintorni e guardai gli edifici della City in lontananza, era ormai pomeriggio inoltrato e avevo ancora alcune cose in programma e decisi di utilizzare per la prima volta un bus a due piani, rosso.
Scesi a Trafalgar Square e prosegui il cammino per arrivare a Hyde Park e raggiunsi poi Knightbridge, dove avrei visitato il tempio del lusso e della vanità: Harrod's. Entrai, vestita sportivamente e incominciai la visita al magazzino reale dal Food Hall, elegantissimo supermercato per abbienti , dove si può trovare veramente ogni leccornia.
Visitai tutti i piani e incuriosita andai alla sezione riservata agli animali, dove vidi cose realmente incredibili, notai una ciotola bianca con firma in rilievo, avrei voluto regalarla al mio gatto, europeo comune, credo costasse circa trenta sterline e pensai che la bestiola potesse ancora gustarsi i suoi croccantini, nella ciotola di plastica, firmata Coop!
Scesi le scale mobili dell'Egyptian Hall, magnifica scenografia tinta di oro e uscii per tornare su Knightbridge per poi arrivare a Hyde Park.
Trascorsi un paio d'ore rilassandomi e godendomi il Parco in tutta la sua bellezza e la sua vastità, andai a Kensighton Palace e Garden, passando davanti all'Albert Memorial e raggiunsi il Royal Albert All, curioso edificio circolare di mattoni rossi con fregio di terracotta, tempio della musica classica.
Era ormai sera e percorsi per l'ultima volta Knightbridge per ritornare poi su Piccadilly Street, Passeggiai consumando velocemente un hamburger e tornai all'hotel, per preparare la valigia, l'indomani sarei partita alla volta della Scozia. L'indomani, partii da Victoria e raggiunsi Birmingham in treno per poi raggiungere Edimburgo, in aereo, per continuare la mia vacanza e per completare le mie esperienze formative, in un delizioso college i stile vittoriano.
Arrivai all'aeroporto di Edimburgo nel tardo pomeriggio e raggiunsi il college in pullman, passando per la città. Il college si trovava in collina, in una zona residenziale molto curata. La struttura si divideva in più lotti, un edificio moderno ospitava le aule e l'altro in stile vittoriano ospitava le
camere degli studenti. Entrai nell'edificio a due piani in stile vittoriano, tramite una porta bianca con vetri colorati, mi accolsero il Preside e alcuni insegnati, in un salottino tappezzato di rosso, con camino posto su una parete, mi venne servita una limonata e dei biscotti deliziosi.
Raggiunsi la camera assegnatami al primo piano, al fondo di un lungo corridoio tappezzato di moquette azzurra. Entrai nella camera, al fondo di essa, tre finestre a inglesina di colore bianco, il letto era posizionato al centro sotto la finestra centrale, aprii le tende e guardai il paesaggio intorno, dalla mia camera potevo vedere le colline e le guglie di alcuni edifici in lontananza, era meraviglioso.
Disfai la valigia e al termine presi alcuni fogli dalla piccola scrivania sull'angolo della camera e incominciai a scrivere le mie impressioni di quelle giornate ricche di emozioni, quelle che, insieme ai ricordi mi hanno spinto a raccontarvi, in maniera semplice, la mia prima esperienza a Londra.


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