Il lavoro dell'ufficio era stancante, metodico. Quando Bonilauri guardava un attimo fuori dalla finestra in una di quelle nebbiose giornate padane; si sentiva stringere il cuore da far male, da non poter farcela più.
Ormai fortunatamente il più del cammino era stato compiuto. Era prossimo alla pensione, solo allora si sarebbe potuto dedicare totalmente ai suoi hobbies: la sua piccola vigna, e i viaggi in comitiva.
Nel frattempo doveva rimanere lì con la speranza che quel atteso momento, anelato da anni arrivasse.
Bonilauri, sempre più spesso era triste e non ne capiva il motivo.
Tra breve sarebbe accaduto ciò che bramava da lunghissime ere: l'agognata pensione, e quindi l'astensione dal lavoro.
Forse era la pensione il motivo di tanta tristezza, forse gli mancava quella spregiudicatezza giovanile, la voglia di non vedere la fine. Per continuare a risorgere dalle ceneri anche quando sembrava impossibile.
I chili di troppo, i pochi capelli erano il segno tangibile di un invecchiamento che non tardava a venire, che lui non si accingeva a fermare. Era un vinto. Vinto dalle consuetudini dell'ufficio, e della vita.
Alle volte lo rendevano rabbioso, le continuava a svolgere comunque come un fedele soldatino aziendale nella speranza che qualcuno si ricordasse di lui in quel posto. Dopo tanti anni di faticoso lavoro.
Cercava rifugio negli affetti famigliari, ma questi erano sempre ottenebrati da un impegno o da un altro, perciò era solo con il suo lavoro e nulla più.
Che strano, quello che doveva essere il periodo felice d'un rinascimento, si stava trasformando lentamente in un arido e secco medioevo.
Sentiva il bisogno di una ventata d'aria fresca, che sollevasse il suo corpo sovrappeso sino al limite dell'empireo; provare sgomento per la vita e per tutte le sue bellezze.
In famiglia non parlava, si limitava ad urlare. Una volta aveva sorpreso suo figlio che si masturbava davanti a dei giornali porno; era entrato nella sua stanza e lo aveva schiaffeggiato.
Era infuriato ed anziché volgere lo sguardo su se stesso, e sulla sua povera persona se la prendeva con il figlio.
Quando era più giovane, lo aveva promesso a se stesso: Non doveva ripetere più gli stessi errori di suo padre... Era diverso. Era una persona nuova. Stava però ricadendo in maniera miserrima nei medesimi errori del padre.
Diceva di credere nel comunismo... Nei suoi ideali e, nell'equità sociale.
Affermava risoluto: «Quello che mio è tuo, quello che tuo è mio» Si riempiva la bocca di queste frasi sdolcinate, poi guardava con sospetto tutti gli immigrati. Era un piccolo povero borghese, lui che si definiva un "compagno" preso nel fervore politico, iscritto al partito da tempi lontanissimi
Una fredda giornata di Marzo, in ufficio era arrivata Sara, la ventata d'aria fresca che da tanto aspettava.
Mora, esuberante della quale Bonilauri si era perdutamente innamorato da subito.
Era la dolcezza del dattero.
Era ammaliatrice, Bonilauri sognava di perdersi tra le sue curve più di mille e una notte.
Tra i due stranamente si era creata una strana empatia, anche se non avevano proprio nulla in comune.
Lui: brutto e finito
Lei: piacente e con il mondo in pugno.
La coesione tra i due era arrivata a tal punto che nella pausa pranzo Sara si lasciava andare a racconti "piccanti" che riguardavano la vita sessuale tra lei e il suo ragazzo; Bonilauri sarebbe stato ad ascoltarla per ore anche se comprendeva bene che non c'erano opportunità.
Alle volte credeva di vedere una strana luce negli occhi di Sara, ma era solo una chimera che usava per ingannare se stesso .
In azienda già era sbeffeggiato da tutti. Anche da Sara, che continuava il suo assurdo gioco; perché era divertente vedere come si arrabattava il povero vecchio nella tela che gli aveva teso.
Dalla quale Bonilauri, animale catturato non riusciva, o non voleva più uscire .
Quando arrivava a casa si chiudeva al cesso per ore e si masturbava pensando a lei, con gli stessi giornali che aveva requisito al figlio; e che si era ripromesso di buttare via.
Con il figlio chiuso in camera disperso in una nuvola di fumo inebetito dalla musica.
La moglie che perdeva chili a vista d'occhio.
Sabato in Piazza ci sarà una manifestazione, e il compagno Bonilauri sarà in prima fila con il megafono e il bandierone a sbraitare: «Maledetti borghesi».
Coerente. Come sempre.


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