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Recensioni e commenti per autori

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<- Indice recensioni e commenti

Le recensioni sono scritte da lettori di libri per lettori di libri.
E per gli autori?
Dove trovare dei commenti che dedichino un paio di righe anche a chi, oltre che a dilettarsi con la lettura, vorrebbe anche cogliere l'occasione per imparare qualche tecnica di scrittura?
Beh, siete arrivati alla pagina giusta.

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Cecità

José Saramago - Cecità (***)

La storia è perfetta, togliendo la vista a tutti in un tempo e in un luogo imprecisato, si esaltano le debolezze delle società e degli uomini che le compongono, la trama prosegue lineare non avendo bisogno di alcun intreccio perché il ritmo è sempre incalzante.
Non è la prima cosa che si nota in questo capolavoro, ma nel romanzo non è mai indicato alcun nome proprio, i personaggi principali sono indicati come: il dottore, la moglie del dottore, il primo cieco, la moglie del primo cieco, la ragazza con gli occhiali, l'uomo con la benda, il bambino strabico.
Perché l'autore ha deciso di non farci sapere i loro nomi, lo spiega nel romanzo:

...neanche abbiamo pensato a dirci come ci chiamiamo, e a che scopo, a cosa ci sarebbero serviti i nomi, nessun cane se riconosce un altro, o si fa riconoscere, dal nome che gli hanno imposto, è dall'odore che si identifica...
Pag.57 - Cecità, edizione Einaudi 1996. Traduzione Rita Desti.

e anche se non è possibile trasmettere le sensazioni olfattive tramite un libro, l'autore riesce perfettamente a farci arrivare "l'odore" dei suoi personaggi.
Qual'è la prima cosa che si nota invece? Che come è usanza di Saramago, non si va mai a capo, non si usano i punti di domanda, le frasi e i dialoghi si susseguono in continuazione e l'autore si aiuta solo usando delle maiuscole dopo le virgole. La tecnica non infastidisce troppo e le frasi sono costruite ad arte in modo da non confondere chi legge, ma questo stile appesantisce la lettura e non credo che cercherò mai di imitarlo, l'unico vantaggio è forse la riduzione di pagine e un conseguente risparmio di carta a vantaggio dell'ambiente. Da leggere: Cecità del premio Nobel per la letteratura del 1998 è un libro che non si dimentica.

Quasi quasi

Gordiano Lupi - Quasi quasi faccio anch'io un corso di scrittura (***)

Il libro mi è arrivato questa mattina per posta. È appena tramontato il sole e sono già qui a rimpiangere di averlo finito, a volte capita che mi affeziono alle pagine e non vorrei abbandonare la lettura, allora per non perdere l'atmosfera che si è venuta a creare, scrivo subito questo breve commento.
Ho però difficoltà a inquadrarlo, che cos'è questo Quasi quasi faccio anch'io un corso di scrittura?
Difficile a spiegare, forse meglio iniziare con che cosa NON è.
Decisamente non è un corso di scrittura creativa, questo lo sapevo già, altrimenti non avrei chiesto di spedirmelo. Conosco Gordiano Lupi e so come la pensa su questo argomento, tra l'altro lo ribadisce bene anche nel corso del libro.
Ma che cos'è allora, se il titolo non ci aiuta?
Uno sfogo, una confessione? O semplicemente Gordiano ha scritto in modo chiaro quello che pensa di alcuni scrittori e delle grosse case editrici italiane, che casualmente coincide con quello che pensa la maggior parte degli autori rimasti fuori dal giro?
Il sottotitolo ci svela qualche particolare in più: manuale per difendersi dagli scrittori inutili.
Sapevo, prima ancora di iniziare a leggere, che il libro palava di autori come Andrea Pinketts, Paolo Nori, Tullio Avoledo, Alessandro Baricco. Senza usare troppi giri di parole, Lupi scrive con chiarezza quello che pensa di loro, ma non mi aspettavo di trovare anche una buona parola per Raymond Carver, Charles Buckoskwi, John Fante ed è la prima volta che mi capita di leggere una citazione del bellissimo Libro dell'inquietudine di Fernando Pessoa.
Forse questo libro è una passeggiata tra l'Italia che scrive, che pubblica e che a volte anche legge. Da non perdere se anche voi scrivete, se anche voi almeno una volta avete spedito il vostro libro a un editore e avete sofferto nell'attesa di una risposta.
In generale, e questo farà forse arrabbiare Gordiano, il libro mi ha ricordato vagamente Bassotuba non c'è, anche se questo non è un romanzo. Lo stile sgrammaticato è simile, anche se mi fa sorridere che non tutti abbiano capito che è stato scritto in quel modo di proposito (possibile che prima di criticare non abbiano letto null'altro di Lupi?).
Quasi quasi faccio anch'io un corso di scrittura però è reale, e alla fine non si può fare a meno di riflettere sull'argomento. A me ha fatto uno strano effetto, nonostante tutto quello che c'è scritto, mi ha messo la voglia di non mollare, di continuare a scrivere narrativa pur se le case editrici sinora mi hanno pagato solo per la saggistica, anche se pubblicare è difficile e come dice l'autore, non vi dovete stancare delle botte che arrivano un po' da tutte le parti.
Una cosa forse non c'è nel libro: tra il popolo degli autori inediti, molti sono anche dei forti lettori, e di sicuro rappresentano una buona fetta di mercato, se fossero uniti riuscirebbero a costringere i librai a vendere anche libri come questo, diversi da quelli proposti dai soliti monopolisti?
Non mi resta che riporre il libro sugli scaffali, lo metto accanto al libro di Raymond Carver (edito da Minimum Fax nel 2002): Niente trucchi da quattro soldi, consigli per scrivere onestamente, mi sembra un buon posto.
Valuta questa recensione su: Shvoong

L'elenco telefonico di Atlantide

Tullio Avoledo - L'elenco telefonico di Atlantide (*)

L'inizio:
Spesso è stato detto che un romanzo deve essere accattivante almeno all'inizio, per invogliare il lettore a leggerlo (e comperarlo), ma sopratutto per invogliare l'editore a pubblicarlo. L'inizio di questo libro mi è sembrato piatto e noioso.
La parte centrale:
Superato lo scoglio delle prime pagine, la narrazione migliora notevolmente e vi trovate coinvolti nella storia, che procede abbastanza bene. A tratti è bello, anche se spesso poco credibile.
Il finale:
Quante volte come autori, ci siamo scervellati per trovare un finale plausibile alla nostra storia, senza usare le solite banalità: "era solo un sogno" o "era sotto l'effetto di una droga" oppure peggio ancora, chiudere con "arrivano i nostri".
Per questo libro forse è stato fatto qualche sforzo, ma il finale mi ha deluso.
Conclusioni:
La parte centrale, e l'originalità del romanzo ci spingono a consigliarvi la lettura. Qualcosa da imparare senz'altro si trova.

Il vostro commento:
È un libro strano: molto curato per i 9/10, lascia qualche perplessità nel finale. Del resto, se l'ha editato Mozzi non poteva essere una cosa con un finale banale...
Mauro

Lire 26.900

Frédéric Beigbeder - Lire 26.900 (***)

Questo libro è interessante e si legge bene sino alla fine.
La parte che si nota immediatamente è l'originale tecnica narrativa.
Quante volte vi siete chiesti se è meglio narrare una storia in prima o in terza persona?
L'autore risolve il dilemma, preparando sei capitoli che si intitolano:
Io, Tu, Lui, Noi, Voi, Loro narrati rispettivamente in prima, seconda, terza persona singolare e poi plurale.
Scopo dichiarato del libro, che parla del mercato pubblicitario: Farsi licenziare dalla agenzia per la quale l'autore lavora. Per la cronaca, l'autore ci è riuscito e dopo la pubblicazione è stato licenziato.

Il vostro commento:
Quando leggo un libro come questo, sono felice perché ho avuto l'opportunità di imparare una tecnica nuova, sono triste perché non scriverò mai così.
Mirko

Bassotuba non c'è

Paolo Nori - Bassotuba non c'è (***)

Se volete leggere qualche romanzo con uno stile originale, non potete perdervi "Bassotuba non c'è".
L'autore scrive che a un certo punto, il correttore automatico di Word gli dice: Troppi errori per essere visualizzati.
All'inizio, avevo dei dubbi di riuscire a reggere a lungo quel modo di scrivere, ma nonostante l'originalità, le disavventure di Learco Ferrari si leggono bene, e anzi quando il libro finisce, si non si può fare a meno di correre a cercae il romanzo seguente in libreria.

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