Ricordando Mario Luzi
di Emiliano Ventura

Tristo l'allievo che non supera il maestro
Leonardo da Vinci

Mario Luzi di Emailiano Ventura   

Fare una tesi di laurea su uno scrittore o su un poeta ti consegna all'intimità con l'autore, anche se non c'è stato modo, per varie ragioni, di conoscere lo stesso. Chi scrive ha avuto la fortuna e il piacere di conoscere Mario Luzi, il poeta su cui andavo compilando le pagine della mia tesi.
Questo inizio d'estate mi ha portato a Pienza, il paese toscano nella val d'Orcia che Luzi aveva adottato come seconda casa o almeno come residenza estiva. Quì è infatti presente un "Centro studi Mario Luzi", doveroso omaggio all'amico poeta. Passando nella piazza principale, così simile a piazza della Signoria a Firenze, mi soffermo davanti al Duomo e il ricordo non può che raggiungere il poeta che amava queste pietre raccolte a formare un'ideale umanistico; la cittdina nasce proprio nel XV secolo per volere di un pontefice amante delle lettere come Enea Silvio Piccòlomini, ovvero Papa Pio II.

Per chi sa guardare questi luoghi portano impressi i versi della poesia di Luzi; i profili di queste colline ricordano i lineamenti di quel volto, la vetta dell'Amiata che si profila di fronte è l'apice della sua poesia vola alta parola segna nadir e zenit della tua significazione. Ma gli incontri che segnano la memoria hanno come teatro non la Toscana ma Roma. Alla fine del duemila proprio a Roma si è tenuto uno spettacolo tratto dal testo teatrale di Luzi Un angolo di notte ben gemmata; quel testo è stato pubblicato solo tre o quattro anni dopo, all'epoca era del tutto inedito. Era un testo composito di poesia e teatro. Iniziava con un dialogo tra due operai intenti alla costruzione della cupola di Santa Maria del fiore a Firenze, lavoranti di Ser Filippo Brunelleschi intenti alla costruzione di un'opera mai tentata prima.

Prima dello spettacolo ho incontrato Luzi all'albergo dove alloggiava e dovevamo raggiungere insieme la chiesa dove era stata allestita la rappresentazione. Era presto e ogni tanto ci si fermava in altre chiese per ammirare l'esplosione del barocco romano, ricordo di essere entrati in San Lorenzo in Lucina dove è sepolto il pittore Nicolas Poussen. Avidamente cercavo di stimolare i ricordi del poeta che ha attraversato e segnato indelebilmente la poesia del novecento, l'ermetismo fiorentino, i ritrovi e gli incontri al caffè le "Giubbe rosse" con Bigongiari, Betocchi, Montale. Timidamente chiedevo dei rapporti con gli amici Caproni e Bertolucci; avevo letto lettere in cui commentavano i versi di D'Annunzio:

Autoritratto Autoritratto
Mario Luzi
anno 2007, 463 pagine
Curatore P. A. Mettel; S. Verdino
Garzanti Libri
     

tutta la vita è senza mutamento
ha un solo volto la malinconia
il pensiero ha per cima la follia
e l'amore è legato al tradimento.

Luzi rispondeva: «In quei versi c'è tutto D'Annunzio».

      Poesie ritrovate Poesie ritrovate
Mario Luzi
anno 2003, 74 pagine
Garzanti Libri

Entrando in un caffè vicino al Pantheon potevamo sembrare semplicemente un anziano signore con un nipote e non uno dei maggiori poeti italiani e uno studente laurendo. In prossimità del caffè troviamo riparo dal vento invernale in una libreria; è quasi l'ora di chiusura e non ci sono clienti, i commessi ci guardano risentiti, nessuno di loro riconosce o conosce Luzi dovrebbero essere felici di ospitare il poeta nella loro libreria (quale fortunoso incontro per un libraio), invece scivoliamo nell'anonimato. Dopo aver commentato qualche nuova uscita Luzi mi confessa di non seguire in alcun modo le nuove uscite letterarie «Nessuna compiuta esperienza di vita». Stava leggendo una biografia di San Francesco, i tanti libri che riceve in regalo lo distolgono catturando attenzione ed energia. Vorrei chiedere molto di più ma rimango fedele ad una discrezione alla quale mi sento ancora obbligato, commento: «Certo che ha spiazzato Mondadori con l'uscita del "Meridiano" che raccoglie la sua poesia, subito dopo ha pubblicato altri tesi».
Sorride Luzi, che è uno dei pochi (credo che l'altro sia Camilleri) ai quali è stato dedicato un Meridiano con l'autore ancora vivente: «Io ho sempre avuto dei rapporti ottimi con il mio editore che è Garzanti, con cui continuo a pubblicare» non ha bisogno di dire altro, immagino quale politica editoriale ha prodotto quell'uscita.
Prima di arrivare alla chiesa che ospiterà la rappresentazione chiedo al maestro se può fare una dedica sulla mia copia di Sotto specie umana, era la sua ultima bellissima raccolta poetica, naturalmente il "Meridiano" non la comprendeva. Conservo gelosamente quella copia con la dedica, la data e il saluto di Mario Luzi.

Dovuto a Mario Luzi Dovuto a Mario Luzi
Rosita Tordi Castria
Editore Bulzoni
  La barca La barca
Luzi Mario
2005, 60 pagine
Editore Le Balze
  Tutte le poesie Tutte le poesie
Luzi Mario
1998, 2 voll., 1244 pagine
Editore Garzanti Libri
  Discorso naturale Discorso naturale
Mario Luzi
2001, 166 pagine
Editore Garzanti Libri

In prossimità della meta il maestro mi confida che allo spettacolo dovrebbe esserci Elio Fiore, altro poeta importante (triste e sterile il compilatore della classifica dei poeti) altro rappresentante del sacro. È proprio lui ad accorgersi del nostro arrivo e abbraccia con slancio da fanciullo Luzi «Mario come stai?»: gli occhi di Elio sono velati da una sofferenza molto intima, ne è testimone la sua poesia. Da poco gli è stata assegnato un vitalizio per la chiara fama poetica, Luzi era tra il comitato che ha proposto l'iniziativa.
Un governo o uno stato che non sia inetto dovrebbe sostenere o almeno non ignorare i suoi grandi poeti, la Spagna aveva molte attenzioni per Rafael Casinos Assenz, in Italia nessun rappresentante del governo era presente ai funerali di Giorgio Caproni. Ricordo che l'ultimo impegno civile di Luzi culminato con la nomina a Senatore a vita, è stato visto da alcuni politicanti, strilloni della gazzetteria, come l'intrusione di un mestierante della parola, come se fosse la vaghezza della spiritualità. Ma è un discorso che distoglie e che avvelena l'aria. Arriva l'ora dello spettacolo con la grazia della regia di Ugo De Vita, il deus ex machina dello spettacolo, amico e collaboratore del poeta fiorentino, la leggerezza toccante degli interpreti omaggia la sacralità del luogo attraverso la parola del poeta fiorentino.
Alla fine è l'applauso che accoglie e coinvolge tutti. Elio Fiore si avvicina e mi consiglia di inserire nella tesi un'intervista a Luzi, perchè, dice lui, impreziosisce lo scritto, ma io non seguirò il consiglio non voglio tediare oltre il poeta che è quasi assediato da professori universitari con pile di libri da firmare. Una volta fuori la compagnia si scioglie, ho in mente i versi dello stesso Luzi la mia pena è durare oltre quest'attimo, l'impossibilità di resistere all'eterno fluire eraclideo; fisso questi momenti unici e preziosi nella memoria. Più avanti ci saranno altri incontri, altre occasioni, parole sulla poesia; fino alla data del duemilacinque che ha tolto, definitivamente, ogni possibilità di incontro. Troppo tristo questo allievo che non supererà mai il maestro.

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Il teatro di Mario Luzi di Emilano Ventura
Mario Luzi di Emilano Ventura
Scheda editoriale del libro Mario Luzi, la poesia a teatro (PDF 305kb)

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