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Recensioni aggiornate alla pagina recensioni E.Cassani
a cura di Giuliana Borghesani
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Dan Brown - Il Codice Da VinciEditore Editore Mondadori |
Se mai ho letto un libro pericoloso di questo si tratta. Iniziamo dalla pura finzione letteraria: un giallo, abbastanza interessante, ma niente al confronto dei libri da cui ha "ciucciato" la storia, compreso quello dei tre giornalisti che hanno parlato del mistero del Graal. Si svolge, a far i conti, in un giorno e mezzo e poco più, è piuttosto incredibile la presa di posizione dei personaggi, studiosi e poliziotti, ma insomma, i libri sono prodotto di fantasia e chi più ne ha più ne metta. Il problema nasce invece su un piano ben più sottile, l'A., sentito anche in un'intervista, sostiene, o fa intendere, di essersi rifatto a testi autentici che la Chiesa, simbolo di tutti i mali, ha celato, perché contrari ai suoi insegnamenti e perché l'avrebbe privata del Potere. Ora, i testi in questione sono quelli del Priorato di Sion. Peccato che, grazie alla confessione quasi in punto di morte del loro autore, che sperava così di ottenere il Regno di Francia (peccato sia una repubblica e delle più solide!!!) in quanto discendente dei Merovingi, tutti gli studiosi sono concordi nel credere che sono dei falsi del 1900 e spicci. Di frodi come queste è piena la storia dell'Archeologia, ricordiamo l'Uomo di Piltdown, le selci strane dei Monti Lessino, i banali inganni che gli studenti, e parlo per esperienza, fanno ai proffe. Universitari sugli scavi, per cui non stupisce la frode in sé, quanto se va bene la dabbenaggine di credervi, a meno che, e questo mi pare per tanti motivi il caso, la malafede con cui si vuole sostenere una tesi che, proprio perché scandalosa, sarà accolta benissimo dalle masse. Non a caso è stato un successo mondiale. Ho sentito gente colta e consapevole che ha apprezzato il libro, in quanto giallo, ma ho sentito giovani ignoranti, e non solo giovani, che giuravano in verba magistri, buttando all'aria due secoli di studi storici ed esegetici, credendo, ahimè, che un romanzo sia più veritiero della scienza e dello studio "matto e disperato". Ma forse in un mondo di Grandi Fratelli e di Isole di famosi spazio alla ragione senziente non c'è più.
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Ian Caldwell, Dustin Thomason - Il codice del quattroEditore Piemme |
Si è letto che chi ha amato Il codice Da Vinci doveva leggere questo libro, per cui, quando mi è stato regalato, ero prevenuta. Invece è molto bello. Si tratta della ricerca (in questo si può far assomigliare alla queste du Graal del Medioevo) del segreto celato in un antico codice stampato a Venezia da Aldo Manuzio. Intrighi moderni all'interno di un College americano intervallano i misteri del testo, ma quello che affascina è la profusione di cultura Umanistica e Rinascimentale italiana e dell'amore per questa che emerge ad ogni piè sospinto. Noi Italiani siamo sempre capaci di dir male di noi stessi, ci critichiamo, aiutando così chi ci critica. Basti l'esempio di Asterix, che tutti amano, il Gallo che ridicolizza i Romani.....peccato che Cesare le Gallie le abbia conquistate e non viceversa.... Leggiamo il romanzo, ma ascoltiamo la voce che ci viene da lontano, la voce dell'Umanesimo, del pensiero limpido e puro, del ragionamento, della bellezza, che in Italia ha avuto, e spero continui ad avere, patria.
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Valeria Montaldi - Il signore del falcoEditore Piemme |
L'Autrice scrive una favola, ma finalmente una favola gradevole e corretta, un romanzo storico che ha inizio nel 1226 e continua diciassette anni dopo nella Milano già sconvolta dal Barbarossa e ora sotto tiro di Federico II. L'Imperatore, infatti, sotto mentite spoglie è una figura sullo sfondo di altri fatti: un assassinio, una figlia illegittima, una visionaria, un frate inglese, protagonista del romanzo precedente, "il mercante di lana", un padre e una figlia ebrei, un nobile con un figlio, figure delineate in un affresco storico corretto. Non il Nome della Rosa, forse, ma davvero gradevole.
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Claudia Salvatori - Ildegarda badessa, visionaria, esorcistaEditore Mondadori |
Biografia romanzata, ma non del tutto esaltante e coinvolgente come l'argomento poteva lasciar pensare, della badessa Ildegarda di Bingen, nata nel 1089, ma proiettata nel futuro, in qualche modo, capace di gestire un monastero, di scegliere di autogovernarsi, senza dipendere da uomini, preti o frati, che ripensavano i soli capaci di amministrare, in quanto le donne, ovviamente, oltre a pregare, poco altro potevano fare...
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Mario Moiraghi - L'enigma di San Galgano
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Nella campagna senese, presso Chiusino, esiste una chiesa che rinserra in sé una vera spada nella roccia. Si tratta della spada di San Galgano, un giovane nobile senese che mutò vita e si diede al Signore. La spada è stata studiata dall'università di Padova, che ha riscontrato l'effettiva esistenza di una spada medievale, compatibile con l'età attribuita, dentro il masso. La mente corre al mito di Excalibur e a re Artù, in realtà si prende in esame proprio questo e con questo la leggenda del Graal e chi più ne ha più ne metta. Interessante notare come si ribalti l'ottica: non si tratta di un mito e di una leggenda nordica, scesa verso sud, ma di una storia mediorientale e di un fatto storico (fideistico anche) originario dell'Italia. E ci sono anche prove che, almeno, fanno pensare.
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Christa Wolf - CassandraEditore E/O |
La scrittrice, berlinese, attinge alle corde del più vero Romanticismo tedesco, quello dello Sturm un Drang, non degli sdolcinati tramonti da soap opera, per regalarci un libretto piccolo, ma coinvolgente e denso di spunti di riflessione. Non c'è storia: Cassandra, vinta Troia, viene presa prigioniera da Agamennone e portata da questi in patria. La donna è consapevole del suo destino di morte, cui apparterranno anche i suoi giovani figli, ma conosce anche il destino del gran Re. Ripercorre sulla nave, nei pochi momenti prima dello sbarco, la sua storia di donna consapevole e cosciente. Veniamo a capire che più del dono della profezia impostole da Apollo, suo è il donno dell'intelligenza e la sua preveggenza, in parte esistente, si allaccia con lo spirito critico moderno. Tutta la storia di Troia prima, durante e dopo la guerra, è ripercorsa da Cassandra e il lettore si trova trasportato lontano dai suoi ricordi di scuola e affascinato dalle anime di chi, forse, è davvero vissuto tanti e tanti secoli fa. Omero docet, ma la Wolf ha imparato, e anche molto bene.
In questo sito, anche la recensione Cassandra di G.Corchia
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Ferdinando Camon - La cavallina, la ragazza e il diavoloEditore Garzanti Libri |
Si tratta di un racconto lungo, più che di un romanzo, il cui nucleo di partenza fu scritto in occasione della Fiera Cavalli di Verona. Più che una vera storia è una serie di immagini di un mondo che non c'è più, un mondo contadino, dove valgono valori solidi come la roccia, dove la povertà non intacca ma rafforza l'amicizia, dove uomini e animali vivono consapevolmente in simbiosi. Si legge in due ore, ma lascia in bocca il sapore dell'onestà.
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Emanuele Delmiglio - Ultima uscitaEditore Il Riccio |
Si tratta di un libro di racconti, piccolo e agile il libro, brevi, ma decisamente intensi i racconti, sull'onda dell'impossibile o dell'improbabile. Del Miglio, che, a differenza d'autori ben più noti, conosce e usa largamente della lingua italiana con un linguaggio corretto, ricco e articolato, ci immerge in un mondo di sogno e a volte di incubo. Con pochissimi tratti delinea una situazione che forse abbiamo temuto, o sperato, potesse accadere e con brevi tratti ci immerge nella storia. Il dopo bomba, o il sé stesso vecchio che parla con il sé giovane, narrandogli in anteprima cosa succederà, o ancora il brevissimo, ma intenso, pensiero rivolto ad una giovane morta in un incidente d'auto e il rimpianto per non averla conosciuta prima, al di fuori della tragedia... quadri a olio, non acquarelli, perché sono racconti che pesano addosso, che fanno riflettere, che commuovono, non sono passatempi di un momento, ma schegge di umanità.
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Sheri Holman - La lingua rubataEditore TEA |
Presentato come il miglior giallo storico dopo Il nome della Rosa, il romanzo delude senza possibilità d'appello. Si tratta, ed è questo forse l'unico aspetto interessante, anche se non particolarmente piacevole, della storia romanzata di un vero diario di viaggio di un pellegrino in Terra Santa e in particolare poi sul Sinai, Gebel Musa, il monte di Mosè. Il domenicano Felix Fabri di Ulma nel 1483 tiene infatti un diario del suo viaggio, e questo diario, tradotto dal latino, è la base su cui l'autrice sviluppa la storia. Centro di tutto è santa Caterina, le cui reliquie vengono sottratte per essere ricongiunte a formare nuovamente il corpo. Si ha l'equivoco tra la lingua di S.Caterina, organo mummificato e rubato dalla sua teca, e la lingua di S.Caterina, una donna che parla per bocca della santa e che vuole immolarsi, o essere immolata, non è chiaro, sul suo cadavere in un susseguirsi di descrizioni d'ossa, di sangue, di ferite, di raccapriccianti fatti, ma non del genere noir, fino alla disillusione del frate, che si sente sposo della santa, e alla morte della donna, bruciata viva sul cadavere imputridito di Caterina. Non è un giallo, come viene presentato, non un horror, non un romanzo storico, a parte la sua genesi... sconsigliato.
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