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Recensioni aggiornate alla pagina recensioni E.Cassani
a cura di Giuliana Borghesani
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Valerio M. Manfredi - L'impero dei DraghiEditore Mondadori |
Ancora una volta Manfredi non mi ha deluso. Ho comprato in primavera il libro, ma ne ho sempre rimandato la lettura perché, immaginando sarebbe stato piacevole perdersi nel racconto senza altri pensieri, ho atteso tempi migliori. Non so se ho fatto bene, un libro di oltre 400 pagine speravo mi tenesse a lungo compagnia, invece sono bastate 3 ore per "berlo" tutto d'un fiato. L'imperatore Valeriano con un inganno viene fatto prigioniero dai Persiani con una decina di legionari, fedeli e coraggiosi. Muore, ma il suo corpo viene onorato come se fosse a Roma, davanti a tutte le legioni, poi i soldati fuggono e incontrano svariate avventure che mettono in evidenza la VIRTUS, ciò che si chiede a un uomo. Dovrei aggiungere a un uomo occidentale, con la piena consapevolezza della propria libertà, della dignità, della "democrazia" nel senso pieno del termine. Conosceranno un principe cinese, un orientale, uomo anch'esso, come i suoi fedeli, ma che della dignità umana ha un senso dievrso. Il romano Aquila e il Principe si conosceranno e si apprezzeranno, sapranno vedere somiglianze di due grandi Imperi, di due popoli antichi e diversamente saggi. L'Occidente pragmatico e l'Oriente filosofico si incontrano, si guardano, si rispettano e, forse, si riconoscono. Ma è inutile descrivere questo libro, si legga e si capirà perché poi si può ricordare.
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Susanna Clarke - Jonathan Strange & il signor NorrellEditore Longanesi |
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Strano libro, decisamente bisogna amare il genere e soprattutto non farsi scoraggiare dal numero un po' "logorroico" delle pagine. Sembra un libro scritto nel 1800, periodo in cui è ambientato; è un libro inglese di epoca. Stupisce che sia stato scritto oggi, in un mondo che corre e che ama la sintesi. Si tratta del tentativo di reitrodurre la magia in Inghilterra, paese che ne è stato sempre permeato, in cui folletti e gente del Piccolo Mondo ha sempre aiutato, o contrastato gli umani. Il signor Norrell ha appreso la magia sui libri, che ha praticamente rastrellato in tutto il paese, perché nessun altro incapace ne venisse in possesso, e di Jonathan Strange, che ha provato vari mestieri e raggiunge quello di mago per istinto innato. In realtà la storia, volendo ridurre tutto a poco tratta di come salvare dal mondo fatato due dame, una è la moglie di Strange, facendola in barba a folletti e principi di un mondo parallelo.
Harry Potter per adulti, echi delle Cronache di Narnia di Lewis, spirito di Tolkien... fate voi.
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Irving Wallace - Il codice segreto della VergineEditore Sperling & Kupfer |
Se si potesse dire con una parola cosa lascia in cuore questo libro si dovrebbe dire: serenità. La storia di Santa Bernadetta, storia vera, si intreccia, a distanza di un secolo, con la storia di una segreto alfine rivelato, il ritorno della Vergine nalla grotta di Massabielle e il miracolo di una guarigione improvvisa. La stampa, e prima ancopra la Chiesa, il mondo tutto è in subbuglio, chi per fede, chi per insofferenza a "favole" che non hanno serietà e valore scientifico. In questo scenario agiscono le storie di alcuni personaggi: la cieca, il terrorista basco, la miracolata, una giornalista a caccia di scoop, una giovane ricattatrice, un uomo del Cremlino che la malattia, grave, porta nel cuore di quanto nella Russia comunista si critica. Finisce bene, ma bisognerebbe sapere quale bene, e lascia sereni. Forse già questo è un miracolo, di questi tempi.
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Giovanni D'Alessandro - I fuochi dei KeltEditore Mondadori |
Si tratta di uno strano libro, e per la verità a non essere ben corazzati, direi impressionante. Chi è fragile e "tenero" non lo legga. Ufficialmente si tratta della storia di Hocham il Falco, uno schiavo dei Velavii, che è lo scudiero di Vercassivellauno, principe degli Arverni. Chi ha fatto studi classici si rende subito conto che questi nomi escono direttamente dal De Bello Gallico di Cesare. Infatti la scusa di raccontare la storia personale di un giovane celta (Kelt) non serve ad altro che a rileggere l'opera di Cesare, con la differenza che l'ottica è inversa, gli eroi sono i Celti, gli invasi, a volte i collaboratori. I Romani sono vigliacchi, perché ben addestrati, non raccolgono le provocazioni tipiche dei guerrieri celtici, non entrano in battaglia, rischiando di morire, aspettano gli ordini. I Celti combattono per dimostrare che non temono la morte, i Romani perché vogliono vincere. Due mondi a confronto, due realtà antiche e durissime, ai nostri occhi edulcorati, che ci sdegnamo se in guerra muore un civile... allora sarebbe stato bene morire senza il contorno di sofferenze e di atrocità accettate e condivise. Ogni tanto un brano in latino, tradotto, scandisce il procedere della guerra e della storia fino al suo compimento: tragico per un popolo, lacerante per il singolo.
Interessante il fatto che si usano termini celtici, dunque non Belgi ma Belk, non Vercingetorige, ma Wekinketrix, non Auricum ma Aureik... insomma, interessante esperimento linguistico, facile lettura di un testo latino non a tutti concesso, ma duro, forte, tanto tragico da lasciare alla fine molto amaro in bocca.
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Ismail Kadaré - Il ponte a tre archiEditore Longanesi |
È il 1377 e in terra d’Albania
c’è un fiume che divide la gente, per passarlo si
usano traghetti, proprietà di una società che
riscuote i pedaggi. Il fiume, l’Uyana maledetto, pretende
sempre vittime e forse sono le fate del fiume che sono voraci e
crudeli. Un epilettico ed un folle iniziano a parlare di ponti,
tanto che alla fine una compagnia di costruttori si appresta a
costruirne uno in pietra. La compagnia di traghettatori,
ovviamente, si ribella, ma il ponte viene fatto, a loro dispetto, a
dispetto del fiume. Nessuno all’inizio osa attraversarlo,
anche perché c’è stato murato un uomo, in
sacrificio. Poi arrivano degli incaricati a riscuotere un pedaggio,
allora, a pagamento, il ponte diventa più amico. Tutta la
storia ha come sfondo l’inizio dell’espansione turca in
terra di Albania. La stessa strada romana, la via Egnazia, muta
nome in via dei Balcani, nome turco che significa Paese dei monti.
Il narratore, uno scrivano, si lamenta che l’assoggettarsi ad
una lingua straniera è già accettare
l’invasione.
È un libro da leggere, leggero, apparentemente, sognante, ma
se si vuole allontanare il pregiudizio sugli Albanesi, pesante e a
volte purtroppo confermato dai fatti, molto istruttivo: è un
mondo diverso, anche se vicino, la Storia e il rapporto con il
mondo islamico, pur se nella versione turca, l’hanno
sperimentato davvero, nel bene e nel male. Questo è il
momento giusto per riflettere.
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Valerio M. Manfredi - PalladionEditore Mondadori |
Uno strano giallo o, se si vuole, una storia di
spionaggio alla 007 con tanto di Spectra, o forse, meglio ancora,
un romanzo che attinge alla storia antica, a Omero e a quel tanto
di inesprimibile e inspiegabile che alberga nel cuore, nella mente
e nello spirito dell’uomo. Come sempre Manfredi sa dosare
elementi diversi in maniera tale da avviluppare il lettore in una
spirale di interesse tale da impedirgli di mollare il libro prima
di averlo terminato. Si tratta di una storia strana che coinvolge
due bronzi (che ricordano quelli di Riace: l’eroe giovane e
muscoloso e l’eroe più anziano, più serio e per
questo più spietato al momento cruciale, Diomede e Ulisse
) il miracoloso
simulacro di Atena, portato a Lavinium da Enea e da qui messo a
protezione dell’Urbe, il
professori di archeologia, sprazzi di storia
dall’epoca romana al Medioevo, un antico testo linteum, di
lino, con le Storie di Polibio, integro, energie sovrumane... un
bel minestrone, ma di quelli davvero sapidi. Se vi piace il mistero
e insieme la ragione non perdetelo.
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Emanuele Cassani - CivilizaciónEdizioni Il Foglio |
La prima cosa che viene in mente, dopo aver
letto questo libro, è che si meritava una veste editoriale,
e un editore, di maggior livello. È un bel libro, che si
legge velocemente, perché interessa conoscere come vanno a
finire le cose, ma che in realtà richiede un certo tempo di
riflessione perché gli argomenti, le verità, i dubbi,
gli interrogativi esistenziali che pone sono tanti ed importanti.
Sembrerebbe quasi che il protagonista viva in un tempo che non
esiste più, perché le modalità operative a cui
l’hanno istruito, sono diverse, più simili a quelle
che elabora nella sua testa, e quindi c’è il disagio,
se non la disperazione, di chi obbedisce senza convinzione. Tutto
inizia, apparentemente come verità storica, da un diario
ritrovato, e poi celato, ovviamente: un sistema già usato,
non ultimo, dal Canzoni. Ma conosco l’A. e prima o poi
saprò se è solo finzione letteraria o
verità.
Buona lettura!
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Julia Navarro - La fratellanza della sacra SindoneEditore Mondadori |
Ci risiamo, un giallo con tutti i crismi che ha come argomento principale la Sindone, la Chiesa, i fedeli. Non è male, come intreccio, almeno non si fanno affermazioni su verità incontrastabili che sono state celate negli archivi vaticani, però, però... Una certa pruderie c’è anche qui. Infatti sono tre i gruppi che si affrontano: il nucleo per la protezione delle opere d’arte, Carabinieri, praticamente, che sono decisamente i buoni, i colti, gli scettici. Poi una curiosa congregazione religiosa, cristianissima, ma non cattolica, pare, che ha sede da sempre a Urfa, che ben si sa è l’antica Odessa, dove è apparso per la prima volta il Mandylion, cioè la Sindone. Un terzo gruppo è il più segreto, il più ricco, il più colto, composto di uomini, belli, raffinati, castissimi. Il racconto si svolge su due livelli, quello attuale e quello storico, che, partendo da un brano di un Vangelo apocrifo, ricostruisce la storia della Sindone nel tempo, e qui c’è, naturalmente la chiave del giallo. Però uno richiede come mai, se sono tutti tanto credenti, se amano la Sindone, perché vera immagine del Vero Dio, non fanno altro che uccidere. Credo che sia una domanda senza risposta, ma che ponga dei dubbi anche su questo romanzo, per altro gradevole.
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Bart D. Ehrman - La verità sul Codice da VinciEditore Mondadori |
Bart D. Ehrman è uno studioso di Cristianesimo delle origini ed affronta il tema, spinoso, del ben noto giallo, best seller mondiale. Non lo critica come libro in sé, mette solo in evidenza l’errore di Brown, che dichiara che ogni argomento storico e teologico, nonché artistico, è assolutamente vero. Ovvio!!! Non è così. Ehrman riporta dati, questi sì storici, sui Vangeli, apocrifi e non, ridimensiona Costantino, rettifica, corregge. È il libro di uno studioso, se non si amano i saggi forse è un po’ complesso, ma almeno si respira aria di studio, di approfondimento, di verità, e dopo tante chiacchiere è davvero una bella aria.
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Mark Haddon - Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotteEditore Einaudi |
È la storia di un ragazzino autistico che ama la matematica sopra ogni cosa, ed in questo è geniale, che vive col padre perché la madre pare che sia morta. In realtà non è proprio così e scoprirà la verità mettendosi in testa di risolvere il giallo del cane della sua vicina, infilzato con un forcone a mezzanotte. Il mondo, scoprirà, è diverso da come pensa, ma ovviamente fatica a capirlo. Resta l’amaro in bocca, per una madre, che non è morta per niente, ma che non aveva pazienza di fare la madre nei momenti difficili, e per un padre che ha fatto tutto bene, eccetto una cosa: la bugia sulla fine della mamma. L’autistico non perdona la bugia, ma è un malato, il guaio è che a volte anche i sani dimenticano i benefici per ricordare solo un piccolo inciampo e ad essere premiati non sempre sono i migliori.
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